I cittadini di Possagno restaurano l’edicola dedicata a S.Antonio da Padova: ha visto il passaggio di sei generazioni di fedeli

Il 13 giugno scorso al Posól di Cavaso la gente ha benedetto il rinnovato capitello di Sant’Antonio da Padova.

È un’icona estremamente cara ai cavasotti, perché a fine Ottocento un carro carico di fieno si rovesciò sulla strada del Posól, a Cavaso: il ragazzo che era sopra il foraggio urlò un’invocazione a sant’Antonio mentre precipitava nella valle e si salvò. Da quel momento l’icona del Santo era stata affissa sul carpino vicino e salutata ufficialmente ogni anno.

A Possagno, negli stessi giorni, completavano il restauro di un’altra edicola dedicata a Sant’Antonio: è l’immagine devozionale che si trova da tanti anni alle Masiere sulla strada che sta all’inizio delle località montane di Vardanega e del Cei.

È posta sulla facciata della casa che fu di Silvio e della Ninetta (e poi della Cecilia tabacchina, per chi la conoscesse): una delle case più vecchie dell’intera borgata, costruita con le pietre biancone a facciavista.

Davanti a quel capitello sono passate almeno sei generazioni di gente di Possagno e di villeggianti e di pastori e vaccari che salivano ai monti o tornavano dalle malghe, bestie e cristiani che hanno chiesto al santo senza nome protezione e favori, qualche volta anche grazie e miracoli… Davanti a quel capitello, dall’immagine vecchia e logora, ormai sbiadita dalla sferza del sole e indebolita dalla pioggia, si sono fatte un segno di croce le donne che andavano a far la spesa da Bonato; si sono tolti il cappello per devozione gli uomini dalle mani callose che andavano a far fuoco alle fornaci o a far fieno sul Mus-cè.

Alcuni fedeli che hanno a cuore quel luogo di religiosità popolare si sono impegnati per rifare l’edicola, dipingerne il fondo, cambiare il vetro, sostituire l’immagine del santo ormai smarrita con una statua più decorosa.

I cittadini coinvolti hanno fatto il lavoro rimettendoci soldi e tempo propri ma vogliono rimanere nell’anonimato: da queste parti si sa, quando si fa del bene lo si fa perché faccia bene a tutta la borgata e il Signore ripagherà con la moneta che lui sa.

Sant’Antonio è un santo mondiale: non c’è paese, anche il più piccolo, che non abbia un’immagine votiva o una chiesetta a lui dedicata.

A Possagno, oltre all’edicola delle Masiere appena restaurata, c’è la chiesetta degli Olivi voluta dopo la Seconda guerra mondiale da quelli delle fornaci Paetòt a protezione della contrada e, poco sopra il colle di San Rocco, la località Sant’Antoni, con un’immagine votiva posta su una pianta a protezione di coloro che vanno nei boschi a raccogliere frutta e a far legna e foglia.

(Fonte e foto: Giancarlo Cunial).
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