Lo scorso 21 aprile, all’Istituto Cavanis di Possagno, all’interno della serie C-INCONTRIAMO, sono intervenuti in un dibattito con gli studenti delle medie e delle superiori.
Tre sono stati i testimonial di eccellenza durante la mattinata: l’ex allievo Cavanis Manuel Frigo, campione Olimpico di nuoto con un palmarès ricchissimo di medaglie; Moreno Pesce, atleta paralimpico di trail running che ha scalato il monte Rosa, il monte Bianco, il Gran Sasso, la Marmolada ecc.; Primo Fior, allenatore di basket in carrozzina, dirigente della società Padova Millennium Basket, nonché Consigliere Federale a Roma in FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina).
Atleti e, prima di tutto, persone eccezionali che hanno trasmesso ai nostri ragazzi l’insegnamento che i valori della tenacia, dello spirito di squadra, della collaborazione ma soprattutto della gestione della sconfitta e dell’inclusione sono forze spirituali e motivazionali che danno la forza per cambiare la vita.
Ai tre sportivi, le allieve e gli allievi dell’Istituto Cavanis “Collegio Canova” hanno chiesto dei loro sogni, di come si diventa campioni, di come si gestiscono le sconfitte.
Fare sport, come studiare o lavorare, non è mai semplice: lo sforzo richiesto, le inevitabili difficoltà, la complessità degli impegni vanno affrontati con intelligenza, umiltà, determinazione, disciplina.
Vale molto nutrire un sogno, costruire un progetto, lavorare con passione; ma servono anche altre cose: incontrare le persone giuste, vivere in un contesto formativo e relazionale costruttivo, allenarsi alla razionalità, gestire l’ansia, dotarsi di “anticorpi” culturali e morali che sanno vincere i momenti di sconforto e di disaffezione.
Ne è uscito un confronto avvincente e denso di aneddoti, esperienze, emozioni.
“Faccio sport fin da giovane e mi sono dovuto misurare con la difficoltà di gestire i tempi, tra famiglia, sport, scuola, tempo libero. – afferma Frigo – Non è stato facile ma ci sono riuscito anche perché ho incontrato le persone giuste”.
“Sarei potuto venire qui con voi oggi con la protesi simile alla gamba e invece sono arrivato qui da voi con la mia protesi meccanica: impariamo a non nasconderci, impariamo a essere sempre quello che siamo con gli altri. Non è facile ma ci rende liberi” afferma Pesce.
“Il mio primo allenamento che ho fatto con la squadra di basket in carrozzina l’ho fatto in piedi. – conclude Fiore – Ma ho subito capito che non potevo allenare così: dovevo mettermi anch’io in carrozzina per capire empaticamente i giocatori in campo”.
(Foto: Istituto Cavanis “Collegio Canova”).
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