Ritrovare l’autentico messaggio del Canova attraverso gli scatti di Valter Binotto: nuova mostra sulla Pala scomposta inaugurata a San Rocco

Otto dettagli della Pala del Tempio, disposta sull’altare maggiore, sono stati fotografati e stampati in grande formato per consentire a tutti di vederne i segreti: un’opera d’arte scomposta, con estremo rispetto e attenzione, dal fotografo Valter Binotto.

Il progetto fotografico “Omaggio a Canova” è stato inaugurato lo scorso sabato nella cornice della Festa di San Rocco e presentato al pubblico dal suo autore, dall’Opera Dotazione del Tempio, che ha collaborato alla realizzazione, e dalla direttrice Moira Mascotto del Museo Gypsotheca Canova, che ha contestualizzato l’opera nel suo insieme (risale al 1821) e spiegato le scelte dell’illustre artista. 

Era presente anche l’amministrazione comunale, che ha concretamente creduto nel progetto, nella figura del sindaco Valerio Favero e della vicesindaco Maura Baron.

Binotto ha studiato attentamente la modalità con cui ritrarre i particolari, cercando la luce perfetta e utilizzando un teleobiettivo da 300 millimetri. “Conosco il tempio da trent’anni, ma entrando con la macchina fotografica ho scoperto quei particolari che non avevo mai visto. Ho voluto indagare sul significato di alcuni dettagli, come il numero degli angeli, la loro espressione – spiega il fotografo. – A parte qualche grande esperto, pochi conoscevano le risposte a queste domande. Da qui è nata l’idea di portare avanti questo progetto, grazie anche al sostegno del Comune”. 

Binotto ammette la difficoltà nel cercare di mostrare alcune particolarità delle opere, dalle texture dell’olio della pittura alla bellezza generale dell’opera, che richiedono una fotografia consapevole e scientifica. “Volevo mostrare la bellezza del Tempio in modo diverso, accessibile a tutti – ha detto durante la presentazione – e si tratta di un primo step del progetto: l’idea potrebbe essere di porre l’opera in prossimità del Tempio in modo da indicare a chi lo visita alcuni dettagli su cui soffermarsi”. 

Durante la spiegazione, all’interno della sala a fianco alla chiesetta di San Rocco, il fotografo ha svelato al pubblico una serie di incredibili dettagli, alcuni dei quali davvero difficili da considerare nell’opera originale: la presenza di oltre quaranta angeli che con un gioco di ombre sfumano sullo sfondo, i loro veli che svolazzano verso il cielo, il dettaglio della mano di San Giovanni, l’occhio gonfio di lacrime e la luce divina che scende su di lui; e ancora il volto adulto di Dio, non ritratto come un vecchio saggio ma come un uomo qualunque, l’espressione di ammirazione di alcuni angeli e la disperazione di alcuni altri, con le mani nei capelli.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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