Sala Pio X, i compromessi della mediazione non convincono la comunità: “Qui non abitano più soltanto i parrocchiani”. Favero: “L’obiettivo principale è riaprirla”

Sala Pio X, i compromessi della mediazione non convincono la comunità
Sala Pio X, i compromessi della mediazione non convincono la comunità

L’atrio della Casa delle Associazioni gremito, il sindaco Valerio Favero in piedi e la Sala Pio X ancora chiusa dopo dieci anni e tanti incontri: si potrebbe descrivere così l’atmosfera della serata di ieri, mercoledì, all’incontro organizzato dall’amministrazione per confrontarsi con la cittadinanza su quanto finora proposto dal Comune nel primo incontro della mediazione avviata con la Parrocchia sulla spinosa questione della Sala Pio X.

Nella premessa, il primo cittadino ha anticipato alla platea che l’obiettivo principale è quello di riaprire la sala alla comunità. “La situazione peggiore è quella che abbiamo adesso” ha detto, prima di raccontare come Possagno sia arrivata a questo “stallo alla messicana”. Per spiegare la questione bisogna partire dal 1891, quando Sartori Canova, lasciando parte dell’eredità al Comune, ha voluto che i terreni in questione fossero definiti “in uso perpetuo della Parrocchia”.

“A quel tempo, la Sala non c’era ancora. C’era un piccolo immobile distrutto, che fu poi ricostruito dai parrocchiani” ha aggiunto il sindaco durante l’incontro, specificando che ogni documentazione riporterebbe queste precise disposizioni di Sartori Canova. La Sala Pio X venne eretta con il denaro e il lavoro della gente del paese, ma sempre sotto l’influenza della Parrocchia. Così come, secondo l’amministrazione, fu la Parrocchia a richiedere alla comunità le sistemazioni successive o le opere di mantenimento della struttura.

Nel 1941 la normativa italiana sull’usufrutto cambiò, imponendo il limite temporale di trent’anni a questa condizione. Terminato quel periodo, nel 1971, la Parrocchia, che gestiva l’immobile, iniziò a maturare l’usucapione: questa “crepa” iniziò a formarsi più in profondità, fino a quando, circa dieci anni fa, venne stabilito che lo stabile non era a norma e di conseguenza non poteva più essere utilizzato. Oggi la Sala Pio X, secondo la Parrocchia, necessiterebbe di lavori per 300mila euro.

La proposta dell’amministrazione

Favero, che aveva già partecipato ad altri incontri su questo tema con altre amministrazioni, ha poi spiegato la proposta che attualmente è stata lasciata sul tavolo della mediazione, gestita per il Comune da parte del segretario comunale e per la Parrocchia da un avvocato: “Siamo partiti dal presupposto che è tutto del Comune e abbiamo considerato quest’accordo con queste condizioni: la Parrocchia sistema l’immobile, investendo 300mila euro per la messa a norma. Due: noi avremo la garanzia di poter utilizzare la sala per venticinque volte all’anno gratuitamente per almeno vent’anni, oltre a poterlo richiedere al Parroco come facevamo prima. Tre: trasferiremo al Comune il terreno dove insiste la famosa antenna che da anni cerchiamo di rimuovere: rinunceremo all’affitto per dismetterla. Quattro: inseriremo una clausola che garantirà che la Sala Pio X debba rimanere a disposizione della comunità, anche in termini di destinazione. L’ultima clausola è un diritto di prelazione a favore del Comune”.

Nel suo discorso, il sindaco ha rimarcato in particolare due affermazioni: che la volontà di Sartori Canova era lasciare l’uso perpetuo alla Parrocchia e che, nel caso l’usucapione andasse a buon fine (e secondo l’amministrazione questo è possibile), tutte le condizioni sopra riportate verrebbero annullate, lasciando la proprietà incondizionatamente. “Sarebbe più facile lasciare tutto come sta – ha detto Favero – ma abbiamo cercato di risolvere questa questione una volta per tutte”. L’amministrazione ha poi anche ricordato come effettivamente sia stata portata avanti anche l’opera di ristrutturazione della Casa delle Associazioni, che perlomeno oggi sostituisce la Sala Pio X.

La reazione del pubblico

Le condizioni della trattativa presentata dall’amministrazione comunale non hanno convinto molti dei presenti, che si sono detti legati all’immobile per una lunga storia di lavori, raccolte e donazioni, ma anche per la nostalgia delle tante feste di compleanno organizzatevi. Una schiera di mani alzate e di interventi hanno acceso il dibattito, che secondo l’amministrazione è servito a raccogliere diversi stimoli da portare al tavolo della mediazione.

Al Comune sono state mosse delle critiche dirette, quella “di aver già accettato l’idea di aver perso”, di non aver ingaggiato un avvocato durante la mediazione e di non aver condiviso prima con la cittadinanza questo tema, ma in particolare la Parrocchia e Don Pierangelo Salviato sono stati bersagliati dalla rabbia dei cittadini.

Iniziando a leggere dei verbali, un cittadino ha affermato che dal 1979 al 1986, in diversi consigli direttivi della Proloco si è parlato della Sala Pio X: “Una volta era un punto di coesione della comunità. Mi dispiace che oggi divida in questo modo”. C’è anche chi ha affermato che, a differenza di un tempo, la comunità non è più rappresentata soltanto dai parrocchiani, quindi, non è giusto che la proprietà vada alla Parrocchia nel suo senso più religioso.

È poi intervenuto un ex presidente della Proloco di Possagno che ha spiegato: “Negli anni ’80 la ProLoco (grazie agli aiuti dei paesani in varie manifestazioni) era intervenuta sulla parte a sud con propri fondi (circa 20milioni) per alcuni lavori di consolidamento e restauro. Nel 1989 erano stati eseguiti altri veloci interventi con la collaborazione della Parrocchia.”

“Nel 1991 la parrocchia e il CPAE con soli 50 milioni hanno portato avanti un drastico totale intervento di ristrutturazione sull’intero edificio, coperto grazie all’intervento di cospicue donazioni dei paesani oltre che l’aiuto della Cementi Rossi e le Industrie del Cotto Possagno. Alla fine erano stati ancora avanzati i 50milioni di partenza. Nel 2014 si voleva rendere la sala anche disponibile ai disabili, ma i lavori di adeguamento non sono mai iniziati perché il parroco ha deciso di chiudere”.

Tra le voci, a fianco all’ex deputato Giuseppe Paolin, che è intervenuto spesso durante la serata, c’era anche un avvocato, che ha aggiunto un parere tecnico sulla vicenda: “È vero che l’usucapione di un bene demaniale è possibile, ma è rara” ponendo poi un dubbio sulla gestione della trattativa da parte del Comune al netto di un professionista.

L’opinione di Risvegliare Possagno

Il gruppo consigliare di minoranza “Risvegliare Possagno”, rappresentato da Ivano Zatta, che era presente in sala, non è intervenuto durante la serata di ieri ma ha fatto pervenire la propria opinione prima della serata: ancora una volta, Zatta contesta a Favero la mancata condivisione delle scelte sulla questione sulla Sala Pio X, dicendo che “per la minoranza non vi è mai stata la possibilità di avviare concretamente alcuna discussione in sede di proposta” e precisa:

“Con l’amministrazione De Paoli (in carica fino a giugno 2017) la Parrocchia aveva effettivamente manifestato l’intenzione di avviare la domanda di usucapione per acquisire la proprietà esclusiva degli immobili che aveva in uso, giustificando tale richiesta per poter accedere ad un mutuo e realizzare dei lavori in Sala Pio X – scrive Zatta. – Circa tale richiesta, tuttavia, vi erano stati solo un paio o poco più di incontri, dove l’amministrazione si era sempre dichiarata ferma nell’escludere l’opzione di cedere diritti sui beni, ma invece disponibile a valutare una scala dei lavori da fare, in tempi più o meno urgenti, come pure a trovare una qualche fonte di finanziamento. Il dialogo di allora veniva comunque ad interrompersi per la mancata disponibilità dei tecnici della Parrocchia Clero a procedere in un sopralluogo congiunto con i tecnici del Comune”.

“Mi sono sempre dichiarato favorevole per arrivare ad un accordo con la Parrocchia, che dispone già dei beni, ma sempre chiedendo che tale accordo fosse giusto ed equo, e comunque nell’interesse di tutta la comunità di Possagno. Ho anche detto e ribadito che qualsiasi accordo doveva essere prima illustrato alla comunità e quindi sottoposto ad un referendum almeno consultivo. Ho dato fiducia a tutti i miei interlocutori, sperando che anche loro ritenessero fondamentale ed indispensabile garantire innanzitutto l’approvazione di qualsiasi progetto da parte della comunità di Possagno”.

Una questione di principio

I più moderati, tra le parti, definiscono il dibattito sulla Sala Pio X come una questione di principio: non si tratterebbe, secondo alcuni, di una scelta economica, né tantomeno riguarderebbe l’effettiva gestione dello spazio che, anche in caso di una “vittoria” del Comune resterà comunque di pertinenza alla Parrocchia. La questione riguarderebbe invece, secondo una parte dei cittadini che si definisce moderata, la relazione tra le proprietà della chiesa e la comunità nel suo senso oggi più ampio, quindi comprendendo le minoranze e i non credenti.

Secondo alcuni, viste le nuove strutture presenti in paese, è possibile che la Sala Pio X non verrebbe in ogni caso utilizzata tanto spesso: nonostante la presenza di tante associazioni, il paese, come tanti altri, soffre un drastico calo demografico. Ad allarmare la popolazione invece è stata la convocazione di un consiglio comunale da parte del Parroco: un atto che alcuni cittadini hanno preso come un affronto e criticato prima al parroco, poi al sindaco.

Terminati gli interventi dei presenti, il sindaco Valerio Favero ha detto: “Faremo le verifiche che ci avete richiesto e proveremo a portare sul piatto della mediazione questi stimoli. Poi ci impegneremo a renderle pubbliche”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati