Anche Luciano De Vecchi, classe 1955 e residente a Refrontolo, è tra coloro che lo scorso 5 dicembre al Teatro Malibran di Venezia hanno ricevuto la Stella al merito con il titolo di Maestro del lavoro. Un titolo per il quale si viene segnalati dalla propria azienda, se si ha lavorato lì per almeno 25 anni continuativi.
Ingegnere elettronico e con un master in direzione aziendale, dopo cinque anni di lavoro a Milano come analista finanziario, a partire dal 1986 ha lavorato all’Electrolux fino al 2020, anno del suo pensionamento, spaziando dal settore finanziario fino alla logistica.
Un lavoro che lo ha portato a viaggiare, per seguire tutti i 25 stabilimenti dell’azienda: “Ho avuto la fortuna di conoscere varie culture – il suo commento – Credo che viaggiare sia un’esperienza importante per i giovani, per conoscere e vedere: a me ha arricchito moltissimo”.
“Con questo riconoscimento non vado in cerca del clamore, sia chiaro, ma mi auguro che sia l’occasione per poter lanciare un messaggio alle nuove generazioni, per affrontare il mondo del lavoro. Un tempo il pc, lo smartphone e internet non c’era: si lavorava quindi in maniera diversa – ha spiegato – Le persone che, con me, hanno ricevuto questo titolo, sicuramente non hanno l’intento di dare delle soluzioni alle nuove generazioni sul mondo del lavoro, bensì cercano di parlare con i giovani, perché si orientino, non si fermino al primo step”.
“Oggi c’è infatti un nuovo mondo del lavoro, che richiede formazione – ha proseguito – Ci sono concetti che i maestri del lavoro possono e devono trasferire ai giovani”.
“Le cose cambiano e, ciò che oggi può sembrarci impossibile, fra qualche anno invece non lo sarà più – ha osservato – Faccio un esempio: nel 1985 partecipai a un corso di formazione, dove venne presentato il caso di un’azienda che voleva lanciare una tv da polso. Considerati i modelli di televisore all’epoca, sembrava qualcosa di ‘matto’, poi divenuto realtà”.
Tanti anni in Electrolux che De Vecchi ha descritto come molto formativi: “C’era una formazione continua tra gli Stati Uniti e la Svezia, una propensione a cavalcare le nuove tecnologie – ha raccontato – Ho passato tutte le funzioni aziendali, a eccezione del settore delle vendite. Ai giovani dico che la fortuna va aiutata: intendo che bisogna tenersi informati, capire il trend. Uno si deve preparare per essere flessibile, accogliere il treno che passa e salire a bordo: bisogna andare a interagire con il mondo esterno, senza aspettare che il lavoro sia sotto casa”.
“Questo è quello che intendo quando dico che si deve aiutare la fortuna. Poi è utile avere umiltà quando si entra in azienda, facendosi valere, quando è il momento, con autorevolezza: non si deve avere paura, si deve rischiare – ha aggiunto – Questo titolo per me è stata una soddisfazione, un coronamento agli anni di lavoro, ma non un punto finale: vorrei infatti che noi maestri del lavoro potessimo parlare con i giovani, con degli incontri nelle scuole, come quelli già iniziati con Federmanager (associazione dei dirigenti di azienda)”.
In tutto sono stati 15 i Maestri del Lavoro premiati al Malibran: oltre a De Vecchi, sono stati Danilo Armellin di Colle Umberto, Lino Busato di Roncade, Mauro Conte di Silea, Lucia Dal Cin di Mareno di Piave, Giannino Davanzo di Salgareda, Flavio Della Giustina di Conegliano, Enzo Filippetto di Villorba, Germano Martini di Arcade, Luca Michieletto di Susegana, Leonardo Migotto di Arcade, Renato Minato di San Zenone degli Ezzelini, Renato Vidotto di Mareno di Piave, Gianpaolo Visintin di Conegliano, Carlo Zennaro di Ponzano Veneto.
(Foto: per gentile concessione di Luciano De Vecchi)
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