“Per una forma di rispetto verso chi ha perso la vita, abbiamo pensato di investire le risorse nel nuovo piano di sicurezza destinato al controllo del torrente Lierza“: così ha esordito il sindaco di Refrontolo Loredana Collodel, durante l’incontro di presentazione del progetto – realizzato con il contributo di Assindustria Venetocentro – svoltosi lo scorso sabato 6 aprile, nella sala consiliare del municipio.
Una progettualità che ha visto ben 4 anni di gestazione durante i quali, grazie all’ingegner Enrico Casagrande, è stato ideato un sistema di acquisizione di dati idrometrici, in grado di monitorare l’area del Molinetto della Croda – e non solo – per scongiurare un’altra tragedia come quella avvenuta il 2 agosto 2014.
In sostanza, a monte del Molinetto è stata collocata una centralina di controllo – idrometro – grazie alla quale sarà possibile effettuare un controllo sul livello di piovosità in caso di precipitazione e, di conseguenza, sulla portata del torrente Lierza: tre pluviografi posizionati ad Arfanta, Rolle e Costa di Là, situati all’imbocco delle valli, invieranno i propri dati sulla quantità di pioggia caduta all’idrometro, consentendo di lanciare un eventuale preallarme di circa 25 minuti.
La presenza di un sistema semaforico consentirà di monitorare i flussi di persone, impedendo l’entrata di qualsiasi veicolo o persona dall’esterno nell’area adiacente al corso d’acqua, in caso di piena. Allo stesso tempo, nella zona del Molinetto una sirena acustica e un pannello ottico segnaleranno la necessità di allontanarsi da quell’area al presentarsi di una situazione di estrema pericolosità.
Un sistema, quindi, in grado di controllare la piovosità a monte e a valle, ma che dovrà essere continuamente manutentato, essendo composto da elementi molto sensibili, come ha precisato l’ingegner Casagrande.
“Un’opera complessa per il territorio – ha dichiarato il sindaco Collodel – e per questo vorrei ringraziare i sindaci Stefano Soldan, Cristina Pin e Vincenzo Sacchet, i tecnici, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile di Refrontolo, l’Arma dei Carabinieri, il Soccorso alpino, l’associazione degli alpini e del Molinetto della Croda, le associazioni del territorio e Monsignor Giuseppe Nadal“.
“Da questi 5 anni è stato sicuramente possibile trarre un insegnamento – ha proseguito il primo cittadino – e il nostro desiderio non è quello di dominare la natura, bensì di applicare la tecnologia per la sicurezza”.
Il progetto ha richiesto l’investimento di circa 100 mila euro dalle casse comunali. Durante la benedizione al progetto fatta da Monsignor Giuseppe Nadal, un pensiero è stato rivolto alle vittime del 2 agosto 2014, destinate a non essere mai dimenticate dalla comunità refrontolese.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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