La tragedia del Molinetto della Croda, costata la vita ai quattro amici Maurizio Lot, Giannino Breda, Luciano Stella e Fabrizio Bortolin vittime della tragedia del Molinetto della Croda la notte del 2 agosto 2014 è stata provocata da “un errore umano”.
Lo scrivono i giudici della Corte d’Appello di Venezia, nelle motivazioni della sentenza con la quale, nel febbraio scorso, hanno assolto gli architetti Annalisa Romitelli e Leopoldo Saccon e il geologo Celeste Granziera, accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni, inondazione colposa e disastro colposo.
Un errore umano che, secondo la corte, non è stato commesso da chi ha redatto il Pat del comune di Rrefrontolo, come sostenuto dalla procura di Treviso. Ma dalle stesse vittime come già sostenuto nella sentenza di primo grado dal gup Angelo Mascolo.
L’errore dei 4 amici, che quella sera d’agosto erano arrivati al Molinetto per prendere parte alla Festa dei Omi, sarebbe stato: “La sottovalutazione del rischio da parte dei soggetti presenti alla festa – scrivono i giudici -, che hanno continuato a trascurare la progressiva crescita del livello dell’acqua fino al momento in cui si sono trovati intrappolati sulla pedana interna al capannone, bloccati nell’ultimo anelito di fuga dalla stessa paura e quindi travolti dal crollo del capannone”.
Una morte: “terribile, oramai inevitabile anche con il più tempestivo intervento emergenziale” che secondo i giudici non sarebbe bastato a salvare i quattro amici. “Eppure – continuano – vi erano tutti gli elementi e tutte le condizioni: le immagini registrate in un arco temporale ragguardevole, consentono di percepire che l’altezza dell’acqua crebbe progressivamente ma in maniera non improvvisa: la prima ripresa mostra i commensali mangiare, scherzare e alzare i calici quando l’acqua arriva loro alle caviglie o poco sopra”.
Il secondo motivo d’appello che è stato respinto è quello che riguarda il Pat. La procura di Treviso imputava ai tre professionisti di non aver inserito nel Piano di assetto del territorio, l’area del Molinetto come esondabile.
Se lo fosse stata, il comune sarebbe stato messo in condizione di prendere tutti i provvedimenti idonei a evitare la tragedia. La corte ha invece sancito la correttezza del Pat: “Non appare quindi corretto affermare che fosse deficitario nell’evidenziare le aree ad esondazione del Lierza, puntualmente previste dalla Valutazione di compatibilità idraulica, parte integrante del piano”.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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