Tragedia del Molinetto di Refrontolo, l’avvocato difensore: la sciagura non poteva essere prevista

Sul caso dell’assoluzione dei quattro imputati implicati nella vicenda giudiziaria del Molinetto della Croda – assoluzione giunta nel corso dell’udienza iniziata poco dopo le 11 della mattina di oggi, martedì 8 gennaio – interviene Elisa Pollesel (nella foto)  dello studio BM&A, avvocato difensore dell’architetto Leopoldo Saccon, imputato in qualità di essere stato uno dei due tecnici incaricati di redigere il Piano di assetto del territorio.

Confidavo in questo esito giudiziario e fortunatamente ci siamo arrivati – spiega il legale – Infatti per Leopoldo Saccon e Annalisa Romitelli era stato richiesto un anno e 8 mesi mentre per Celeste Granziera un anno e 4 mesi e l’assoluzione per Valter Scapol. Teniamo presente che la pena richiesta per il mio assistito era uno sconto, dovuto al rito abbreviato, della pena iniziale di 2 anni e 6 mesi”.

Come prosegue Pollesel, è stata la perizia di Luca Ferraris, ingegnere nominato come perito dal giudice lo scorso 4 giugno per condurre nuovi sopralluoghi, ad avere un ruolo fondamentale nella vicenda: “Ferraris è stato un elemento cardine che in sostanza ha confermato quelle che erano le motivazioni utilizzate per formulare la nostra difesa”.

Il rischio idrogeologico avrebbe dovuto essere segnalato non nel Piano di assetto del territorio (Pat), bensì nel piano della Protezione civile. – prosegue l’avvocato Pollesel – Ma in ogni caso, anche il miglior piano di Protezione civile non avrebbe potuto prevedere una simile calamità. Infatti, sul posto si è recato anche il professor Marco Borga dell’Università degli Studi di Padova, il quale ha osservato come fatti del genere si verifichino ogni 200 anni. Una sciagura che non poteva essere quindi prevista e purtroppo evitata“.

Il legale non ha evitato di mostrare la propria soddisfazione per quello che è stato un successo giudiziario, anche se mostra allo stesso tempo una certa cautela in merito: “Il giudice ha circa 60 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sua sentenza di assoluzione, motivazioni che saranno poi lette in tribunale. A quel punto, l’accusa potrà decidere se impugnare o meno la sentenza”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Studio BM&A).
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