Sorpresa per una famiglia di Refrontolo, che nelle scorse ore ha trovato un’ospite del tutto inattesa nel proprio giardino verde e alberato.
Un bell’esemplare di volpe ha infatti “scelto” un giardino non lontano dal centro del paese per trascorrere un po’ di tempo, cercando tra l’erba e le foglie secche già cadute dagli alberi qualcosa da mangiare.
La breve e tranquilla permanenza della volpe nel giardino è stata immortalata dall’occhio indiscreto di uno smartphone, e costituirà sicuramente un bel ricordo per la famiglia “ospitante” trattandosi di un evento non rarissimo per l’Alta Marca ma comunque meritevole da ricordare, vista la bellezza dell’animale.
Guardando oltre i confini nazionali, tuttavia, ci si rende conto che non tutte le culture apprezzano la volpe e le sue caratteristiche: per il folklore giapponese, le “kitzune” (ovvero le volpi) sono considerate spiriti capaci di trasformarsi in donne di bell’aspetto e di ingannare gli uomini, tanto che l’esercito statunitense durante la seconda Guerra mondiale ne catturò alcune per poi farle letteralmente “sbarcare” su un’isola occupata dai giapponesi con l’intenzione di metterli in fuga (in quell’occasione, ne verniciarono la pelliccia per renderle fluorescenti).
Un’altra vicenda curiosa legata alle volpi è quella dell’allevamento di Novosibirsk, in Russia, che da 53 anni porta avanti un esperimento di addomesticamento di questi piccoli canidi. Qui il dottor Belyaev, conosciuto biologo genetista, iniziò negli anni Cinquanta, quando le volpi erano d’interesse soltanto per la questione del valore della loro pelliccia, quello che è stato un percorso importante, che ha portato a una scoperta sensazionale: dopo incroci e incroci tra volpi dal carattere docile, queste iniziavano ad avvicinarsi all’uomo senza averne paura e persino, senza influenze esterne, ad abbaiare.
Oggi nel mondo esistono moltissimi esempi di volpi domestiche, anche se sulla correttezza di addomesticare un animale selvatico esistono ancora molti dubbi.
In Cadore, alcune donne hanno ancora l’abitudine di portar loro i resti della cena durante l’inverno, quando la neve è troppo alta. In alcuni casi, questa ritualità si configura come una sorta di scambio, per scongiurare una visita notturna al proprio pollaio.
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