Con l’ordinanza firmata dai sindaci di Revine Lago, Massimo Magagnin e di Tarzo, Vincenzo Sacchet, il pesce siluro diventa ufficialmente un ospite indesiderato e “fuorilegge” nel bacino lacustre di Revine lago e Tarzo.
Ad inizio agosto erano cominciate a girare notizie, correlate da tanto di foto, di alcuni pescatori che avevano visto abboccare all’amo pesci siluro.
Originario delle acque del Danubio, questo esemplare di pesce, che può arrivare fino a cento chilogrammi di peso e due metri di lunghezza, in Italia è stato introdotto negli anni sessanta dello scorso secolo.
Non è pericoloso per l’uomo, ma a causa della sua voracità, mette a serio rischio di estinzione le altre specie che popolano le stesse acque, come ad esempio lucci e carpe.
L’ordinanza, firmata dai primi cittadini dei Comuni lacustri, prevede il divieto di immissione dei pesci siluro nelle acque dei Laghi, ma anche la loro re-immissione nel caso in cui vengano pescati.
La sanzione pecuniaria può andare da 1.500 a 6.000 euro. I sindaci dunque dichiarano “fuorilegge” il pesce siluro e studiano insieme all’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Treviso altre iniziative per controllare un fenomeno che rischia di alterare il delicato ecosistema dei Laghi di Revine Lago e Tarzo.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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