Svolta nel corso della serata conclusiva di sabato 29 luglio, la cerimonia di premiazione del Concorso Internazionale del Lago Film Fest ha visto vincitore il corto “Why Does Helen Kock commit serious vehicle theft?“ di Moritz Geiser (Germania, 2022) in anteprima italiana. A decretare il vincitore tra le 22 opere in concorso, selezionate tra più di 3mila film iscritti, la Giuria internazionale composta dall’attrice francese Agathe Bonitzer, dalla regista e produttrice portoghese Caterina Vasconcelos e dal regista argentino Eduardo Williams, che ha voluto assegnare una menzione al documentario iraniano “Three Sisters – Se Khahar” di Iman Behrouzi.
La scontrosa insegnante Helen e la studentessa problematica Mia odiano i ruoli sociali che sono stati loro assegnati dall’istituzione liceale. Quando un conflitto apparentemente innocuo tra loro si inasprisce, i confini dei loro costrutti identitari e quelli della narrazione cinematografica saltano. Questa la tensione relazionale, individuale e artistica espressa nei 12 minuti di “Why Does Helen Kock commit serious vehicle theft?” firmato dal regista berlinese Moritz Geiser (classe 1987). Spaziando dal cinema al teatro fino ai radiodrammi, il suo lavoro ha ricevuto diversi premi. Solo l’anno scorso il radiodramma “The university of failure” ha vinto il premio del pubblico del festival radiofonico di Berlino e il premio della giuria al festival di Lipsia. Formato alla Deutsche Film und Fernsehakademie di Berlino (DFFB), prima di dedicarsi al cinema, Geiser ha studiato psicologia e neuroscienze a Vienna, Monaco e Berlino.
Assegnata dalla Giuria del Concorso Internazionale della XIX edizione del Lago Film Fest anche una menzione al documentario “Three Sisters – Se Khahar“ dell’iraniano Iman Behrouzi. Con questa opera meditativa sulla città e sulla morte il regista torna nei luoghi in cui, 18 anni prima, aveva girato un film sul suicidio. Ora, nelle strade affollate di Teheran e negli angoli degradati della città con i muri a secco, cerca le ragioni che hanno spinto tre sorelle a porre fine alla loro vita.
Nella stessa giornata anche la premiazione di un altro dei 9 concorsi del Lago Film Fest 2023: Nuovi Segni, pensato come un panorama sul cinema che ripensa il cinema, come il concorso delle opere più sperimentali che in questa edizione si è focalizzato su animazioni, fiction e documentari che ragionino sul medium, sul dispositivo e sul punto di vista, per rimettere a fuoco l’arte cinematografica narrando storie e sensibilità autoctone e plurali, peculiari e globali. Hänsel e Gretel, uno gnomo da giardino, Wagner: non è una favola, ma un’escursione critica e satirica nell’anima dell’estrema destra tedesca antisemita. È il film “Zwei Riesen die es hier gibt” della regista svizzera Gianna Schölten, vincitore di Nuovi Segni 2023 di Lago Film Fest. Menzione poi a quella che è un’esplorazione di un o spazio tra passato e futuro, immagini che scompaiono e altre che si bruciano al sole, “Stasis“ del regista e sceneggiatore algerino Djamel Kerkar.
Giovedì 27 è avventa invece la cerimonia di premiazione del Concorso Veneto – uno dei più longevi della storia del festival, che raccoglie il meglio della produzione cinematografica veneta o dei film realizzati sul territorio regionale – sotto la guida di una giuria d’eccezione composta da Francesco Sossai, regista bellunese de “Il Compleanno di Enrico” in concorso alla Quinzaine des Cineastes e uno dei quattro film italiani a Cannes quest’anno, Lavinia Xausa, regista di “So Loud ther Sky Can Hear Us“, film vincitore del concorso Regione del Veneto a Lago Film Fest 2022, e Mercedes Sader, direttrice artistica dell’uruguaiano Arca Film Festival, dedicato a cinema e arte. Il premio non è solo una ricognizione dello stato di salute del cinema in Veneto, ma è anche l’occasione per scoprire nuove voci, per dare spazio ad autori expat, per appoggiare un panorama culturale-cinematografico in continuo fermento.
Ad aggiudicarsi all’unanimità l’edizione di quest’anno è stato il cortometraggio in anteprima assoluta “Night Song of a Wondering Cowboy” del veneziano Andrea De Fusco. Il film, completamente girato all’interno del videogioco Red Dead Redemption 2, fa parte di un filone sempre più importante nel cinema contemporaneo chiamato ‘Machinima’, ovvero film girati all’interno di videogiochi. Menzione speciale per il film di Luca Mantovani e Giovanni Benini “La casa nel bosco”, un documentario partecipativo girato all’interno della comunità terapeutica La Genovesa alle porte di Verona.
Diciannove anni di Lago Film Fest, il festival internazionale di cinema di ricerca che conferma nella XIX edizione la sua identità nel mappare le traiettorie dell’arte cinematografica di domani e diventare la casa dei giovani talenti del cinema mondiale. Per nove giorni, dal 21 al 29 luglio, il borgo medievale sulle sponde del lago di Revine nel trevigiano è, infatti, diventato teatro di proiezioni in riva allo specchio d’acqua, di incontri, laboratori, masterclass e performance, offrendo uno sguardo inedito sulle concezioni più contemporanee del cinema internazionale con 109 film in concorso, 9 concorsi, 42 paesi rappresentati, di cui 8 anteprime mondiali, 8 anteprime internazionali, 6 anteprime europee, 67 anteprime italiane, 22 regionali, a cui si sono aggiunti 91 film fuori concorso divisi in focus, fireworks e proiezioni speciali.
(Foto: Lago Film Fest).
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