Matteo Fava, il custode della chiesa parrocchiale di Lago, ha 21 anni e vuole continuare gli studi in teologia con l’obiettivo di diventare un insegnante di religione: un’ambizione di cui parla con una sicurezza piuttosto rara tra i ragazzi della sua età, spesso confusi tra stimoli e distrazioni.
Non è l’unico a prendersi cura dell’edificio sacro posto nel cuore del paese, ma la sua interpretazione sul come la chiesa possa continuare a essere un punto di riferimento per la comunità potrebbe rispecchiare una nuova generazione dell’insegnamento, conservazionista per quanto riguarda l’etica, innovativo per quanto riguarda l’approccio.
Perché hai deciso alla tua età di proporti come custode della chiesa di Lago?
Custode è una parola che incute quasi timore, perché custode vorrebbe dire colui che custodisce, colui che conserva. Penso sia un ruolo molto importante nella chiesa, oltre al mio di futuro insegnante di religione – risponde Matteo – Credo che questi due ruoli vadano di pari passo: da una parte c’è la teoria, dall’altro c’è la pratica. Quella pratica ha a che fare con la comunità e con le persone.
Quando hai scelto di seguire questa strada? E come l’hanno presa i tuoi coetanei?
La mia scelta è stata un po’ difficoltosa. All’età di sedici anni una signora, una domenica come tutte le altre, mi ha chiesto di leggere durante la messa. Io ho tentennato un po’, poi mi sono sentito a mio agio. Ho deciso così di riprovare più volte, nonostante i miei coetanei facessero tutt’altre cose alla domenica. Ma penso che i giovani d’oggi da una parte ti comprendono, dall’altra parte non ti giudicano.
Cosa credi che dovrebbe cambiare la Chiesa per dare aiuto alla comunità?
Più che cambiare mentalità dovrebbe adattarla ai giorni d’oggi. Vedo che questa cosa si riscontra nelle persone anziane, insomma, che sia un distacco tra noi giovani con una mentalità fresca e magari anche una cultura maggiore rispetto alle persone anziane. Penso che stare accanto a persone anziane, insegnare loro a fare cose che non erano abituati a fare, anche con i parroci funziona allo stesso modo, possa aiutare ad adattare la Chiesa alle esigenze di oggi.
Fuori dalla registrazione, Matteo risponde anche a un’ultima domanda: cosa dovrebbe fare un giovane ateo, proveniente da una famiglia non credente, dell’insegnamento religioso?
L’insegnamento cattolico prevede l’apprendimento di un’etica che, alla fine, è l’elemento fondante di una comunità. In ogni caso, dipende dalla famiglia.
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it