Miele, produzione 2021 in drastico calo. L’apicoltore Posocco: “La causa è il cambiamento climatico”

Annus horribilis per la produzione di miele. A testimoniarlo, concluso l’ultimo giro di smielatura relativa al raccolto 2021, è Luca Posocco che, con il suocero, porta avanti la Bioapicoltura Moz a Lago.

“Questo racconta l’apicoltore è stato un anno difficile sia per le api, sia per l’apicoltura italiana, che si trova a fare i conti con l’incremento nel mercato nazionale del miele estero. Noi come azienda abbiamo perso il 75% del raccolto, ma il restante 25% resta sempre di qualità”.

Bioapicoltura Moz produce miele con certificazione biologica e dispone di circa 150 arnie, alcune fisse e altre mobili, poste in una vasta area dal Montello al Bellunese e in Vallata. Quest’anno è stato prodotto solo miele di tiglio, nel bellunese, e di castagno.

“Negli ultimi cinque anni questa è già la seconda volta che la produzione registra un drastico calo – fa il punto Posocco – La causa? Il cambiamento climatico. Abbiamo avuto un maggio freddo, poi ci sono state gelate e tempesta. Non c’è più, come una volta, un clima coerente con la stagione e le api rischiano così di morire di fame. Nel 2019 avevamo registrato un drastico calo nella produzione, come quella di quest’anno”.

Nelle 150 arnie non si sono registrate morìe di api da avvelenamento. “Essendo certificati bio, dobbiamo stare lontani da aree in cui vengono eseguiti trattamenti con pesticidi – spiega l’apicoltore, che aggiunge – Al cambiamento climatico si sommano malattie e parassiti che rendono le api più deboli”.

Per Posocco fare il miele, e altri derivati, è un lavoro. “Si va avanti fin che si può – dice – Gli aiuti dallo Stato sono davvero miseri”.

(Foto: Bioapicoltura Moz).
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