Il caso dello stop al tradizionale Presepio vivente di Revine Lago ha richiamato l’attenzione del noto programma pomeridiano “La vita in diretta”, condotto su Rai Uno da Alberto Matano.
In questi giorni il caso era entrato nella cronaca, non solo per il secondo anno consecutivo di stop del tradizionale appuntamento, ma soprattutto perché la sospensione di una delle manifestazioni più note, e longeve, del territorio locale era dettata dalla presenza del 20% di non vaccinati tra i figuranti, figuranti che numericamente sfiorano il centinaio.
Da sempre il Natale a Revine Lago faceva pensare a questa iniziativa organizzata sul sagrato della chiesa di San Martino che, come da tradizione, va in scena il giorno di Santo Stefano e la domenica successiva, poi anche in occasione dell’Epifania.
Una Natività particolare ricordata da diverse generazioni, non soltanto del territorio revinese bensì anche dei Comuni limitrofi: ancora oggi ci sono nonni che raccontano come un tempo diversi gruppi fossero soliti recarsi a Revine Lago, per proporsi come figuranti alla manifestazione.
L’ultimo appuntamento con questa suggestiva iniziativa risale al Natale 2019, ovvero l’84esima edizione del Presepio vivente, a cui è seguito poi lo stop del 2020 a causa della pandemia da Covid-19 e quest’anno per via di una percentuale non indifferente di figuranti non vaccinati.
Ad aprire il servizio di Bacchi è un’intervista fatta a Boris Bottega il quale, oltre a essere consigliere comunale di opposizione, ricopre il ruolo di coordinatore del Presepio vivente.
Come spiegato da Bottega, i figuranti non vaccinati sarebbero di tutte le fasce di età.
“Visti i tempi, era per noi improponibile raggruppare una serie di persone – ha dichiarato – con il rischio di andare a creare un nuovo focolaio”. Rischio, ha poi aggiunto, che risultava alto per i figuranti, considerato che si trattava di riunire decine di persone in uno spazio pari a 50 metri quadrati “per la vestizione e il trucco”.
Una situazione, quella dei figuranti, registrata in quella più generale del Comune di Revine Lago, dove la percentuale dei vaccinati è al momento del 79%.
Nel servizio, inoltre, è stato specificato che sostituire i figuranti in questione non è neppure un’opzione così semplice, considerato che soltanto la parte di re Erode copre 50 minuti di scena, quindi un lasso di tempo impegnativo per chi si appresta a impersonare la parte per la prima volta.
Ma la speranza, come è stato ribadito nel servizio, è quella di riuscire almeno a riproporre la scena della Natività, in maniera tale da non rischiare di perdere le tradizioni, con uno stop troppo prolungato dell’iniziativa.
La troupe della “Vita in diretta”, quindi, si è mossa tra le vie di Revine Lago, per conoscere il parere della gente sulla questione: in primis le telecamere hanno inquadrato colui che interpreta San Giuseppe da ben 20 anni, il quale ha dichiarato di non essersi vaccinato in quanto considera il “rischio non così alto” per una persona come lui, ma ha affermato di essere a favore della sospensione della rappresentazione, per non mettere a rischio la salute dei figuranti e del pubblico.
Anche alcuni cittadini sono stati intervistati, tra chi si è dimostrato a favore dello stop della rappresentazione e quanti hanno dichiarato tristezza e contrarietà a questa seconda rinuncia.
Oltre al conduttore del programma, il servizio è stato visto anche dal virologo Matteo Bassetti, ieri sera in collegamento, il quale ha consigliato al “San Giuseppe” intervistato di vaccinarsi, “non per fare il presepe vivente, ma per mettere in sicurezza la sua vita e quella delle persone che ha intorno”.
(Foto: “La vita in diretta” Rai 1).
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