Non è stato ancora inaugurato e già fa discutere. È il ponte sullo stretto che unisce le sponde dei laghi di Revine Lago e Tarzo. È stato posto in opera a fine 2017 e va a completare i lavori di realizzazione del Parco dei Laghi della Vallata.
Si tratta di una vera e propria oasi naturalistica ideata per lo sport e il tempo libero, un’opera promossa dalle amministrazioni di Revine Lago (comune capofila) e Tarzo, che è stata interamente finanziata dalla Regione Veneto, con un contributo di 450.000 euro.
Tutto bene o quasi, almeno leggendo alcuni commenti sul web, dai quali emerge tra l’altro che, il ponte sullo stretto è attualmente impraticabile sul versante di Revine, in quanto il sentiero di accesso è sott’acqua. Le critiche evidenziano la recidività, visto che il primo tratto di Santa Maria sarebbe “sparito in mezzo il canneto”, mentre il tratto di Lago è frequentemente inaccessibile per allagamento.
L’assessore Boris Bottega non ci sta e replica così: “Nessuna incapacità o errore di progettazione. Sapevamo benissimo che nel periodo gennaio-marzo c’era la possibilità che, con abbondanti piogge, il percorso fosse allagato. Del resto l’unica alternativa sarebbe stata un sentiero che poggiasse su palafitte, con costi esorbitanti”.
Bottega prosegue: “Il fatto che, sott’acqua finisca il tratto di Revine Lago non è una anomalia, ma solo la logica. La sponda di Tarzo è molto più alta di quella di Revine Lago. Del resto il progetto lo abbiamo curato noi come comune capofila, sicuramente se avessimo potuto avremmo evitato che proprio il tratto di nostra competenza risultasse il più allagato”.
Bottega chiude con un’ultima osservazione tecnica: “se per alzare il sentiero avessimo usato terra, ghiaia o altri materiali naturali, come suggerito da qualcuno, l’acqua durante le esondazioni se li sarebbe letteralmente mangiati”.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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