“Sulle tracce della poesia”: pienone al secondo incontro della rassegna “Storie dal territorio”, ospite il poeta Luciano Cecchinel

Pienone di pubblico al secondo incontro della rassegna “Storie dal territorio”, la rassegna di Revine Lago con l’obiettivo di valorizzare il territorio stesso, tramite la narrazione di tradizioni e storie, con l’ausilio dei profili più rappresentativi di quell’area.

L’incontro si è tenuto all’Auditorium dell’Incontro della scuola primaria “Giuseppe Mazzini”, a Santa Maria di Revine Lago.

Dopo l’esordio della rassegna lo scorso settembre, con la serata dedicata all’artista Giuseppe “Bepi” Grava, lo scorso sabato 25 febbraio l’iniziativa è proseguita con un appuntamento tutto centrato sulla figura di Luciano Cecchinel, poeta considerato l’erede di Andrea Zanzotto.

La serata è stata curata da Arianna Ceschin, giornalista del quotidiano Qdpnews.it e Cultrice della Materia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con il supporto di Miro Graziotin, che si è inserito nel dialogo con il poeta, e di Sandro Buzzatti, attore il quale ha “prestato” la propria voce per la lettura dei vari versi di Cecchinel.

L’appuntamento è stato inaugurato dalla lettura della poesia di Luciano Cecchinel, per poi proseguire in un viaggio alla riscoperta della sua produzione.

Luciano Cecchinel, poeta di Revine Lago, nel 1971 si è laureato in Lettere moderne all’Università degli Studi di Padova, per poi dedicarsi all’insegnamento delle materie umanistiche alla scuola media. Ha vissuto il proprio territorio anche nella veste di sindaco (esperienza a cui ha fatto, in vario modo, riferimento nel corso della serata) e da sempre ha manifestato uno spiccato interesse per la cultura popolare e quella contadina.

Un mondo che ha esplorato anche tramite la propria scrittura poetica, attività volutamente condotta in incognito, almeno fino alla pubblicazione della prima raccolta di poesie in dialetto, “Al tràgol jért” (1988), che ha visto una riedizione nel 1999 con una postfazione di Andrea Zanzotto.

Il resoconto dei viaggi negli Stati Uniti, per riscoprire i luoghi dell’emigrazione dei nonni materni e della madre Annie, è il focus del volume “Lungo la traccia” (2005), mentre risale al 2008 la pubblicazione dell’opera “Le voci di Bardiaga”, legato ai drammi della lotta di liberazione della Resistenza. Un volume nato da un’esperienza personale vissuta dal poeta assieme ad alcuni amici, ovvero il ritrovamento in una spelonca dei resti di alcuni tedeschi, fascisti e collaborazionisti uccisi.

Un tema, quello resistenziale, già affrontato in “Perché ancora-Pourquoi encore” del 2005.

Da ricordare anche i volumi successivi: le opere dialettali “Parlar cròt” (2009) e “Sanjut de stran” (2011), quest’ultima con un’ampia prefazione di Cesare Segre (il quale scrive che “con Cecchinel siamo al livello più alto della poesia”). 

Diversi i riconoscimenti di prestigio ottenuti, come il Premio Viareggio per i versi scritti in italiano nel volume “Da sponda a sponda” (2019) oppure il Premio “Biagio Marin” per la poesia in dialetto.

Fa parte della produzione di Cecchinel anche la sua prima prova narrativa, ovvero “La parabola degli eterni paesani”, edita da Marcos y Marcos nel 2018.

I suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, svedese e serbo. Recente la pubblicazione del suo ultimo volume: l’antologia di poesie e prose “Per i giovani figli perduti” di Ronzani Editore.

Una produzione molto apprezzata, quella di Cecchinel, soprattutto dalla critica: oltre a Segre, sono da ricordare le parole di Franco Brevini che lo definisce “uno dei migliori autori dell’ultima generazione”; Massimo Cacciari esprime gratitudine per una poesia che è per lui una scoperta; Mario Rigoni Stern gli ha riconosciuto il dono del vero poeta; Pier Vincenzo Mengaldo identifica Cecchinel come il poeta più interessante tra chi scrive versi in dialetto.

Vari i temi affrontati nel corso della conversazione di sabato: il rapporto con il dialetto e con il paesaggio, il tema dell’emigrazione e della Resistenza, l’approccio alla scrittura e l’amicizia con Andrea Zanzotto.

Tematiche che sono state accompagnate dalla lettura di poesie, tratte da svariate opere di Cecchinel, che hanno catturato l’attenzione del pubblico. Pubblico che al termine dell’incontro non ha lesinato domande o riflessioni su quanto ascoltato.

Interessanti anche i riferimenti fatti dal poeta al territorio di Revine Lago, come ad esempio l’aneddoto circa la scelta passata di spostare di data alcune feste patronali, considerato l’elevato flusso di persone all’epoca emigrate all’estero. 

Senza contare il sottile filo rosso che lega il tema stesso dell’emigrazione alla storia di famiglia di Cecchinel, con i nonni e la madre Annie rientrati in Italia dopo essere stati in America e il rifiuto materno di parlare italiano, lingua della nuova patria.

Il poeta ha poi aperto un ampio capitolo riguardante il tema della Resistenza (il padre, Giuseppe Cecchinel, era vicecommissario e comandante del battaglione della “Brigata Piave”), argomento rievocato nei suoi stessi versi, dove si narrano le vicende di partigiani del territorio barbaramente trucidati.

Una serata, quindi, dove il nome di Revine Lago è stato protagonista, tramite le storie egli aneddoti raccontati da Luciano Cecchinel, una figura di poeta sicuramente molto rappresentativa del proprio territorio di appartenenza.

(Foto: Comune di Revine Lago).
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