Tragedia di Revine Lago, oggi i primi interrogatori delle indagate davanti al Pubblico ministero: in tre scelgono il silenzio

La direttrice Suor Maddalena, la coordinatrice Camilla Rizzardi e Simonetta Da Ronch, animatrice del centro estivo del Collegio San Giuseppe, sono rimaste in silenzio davanti al sostituto procuratore di Treviso Valeria Peruzzo oggi durante gli interrogatori per la morte della piccola Mariia Markovetska, annegata nelle acque del lago di Revine il 27 luglio scorso (qui l’articolo).

Solo Tiffany De Martin, animatrice, ha deciso di rispondere alle domande del magistrato e ribadire la sua verità: “Mariia non era nel mio gruppo. Quando è scomparsa avevo già portato fuori dall’acqua i bambini che mi erano stati affidati”. Tra le indagate per la morte c’è anche Martina Paier, 22 anni di Vittorio Veneto che, difesa dall’avvocato Stefano Arrigo, sarà interrogata il 13 settembre. Per tutte l’accusa è di omicidio colposo.

La piccola Mariia era sfuggita alla guerra in Ucraina trovando rifugio insieme alla mamma e alla sorella a Vittorio Veneto, e quel tragico giorno stava partecipando alla gita organizzata dal centro estivo del Collegio San Giuseppe. La Procura, che coordina le indagini dei Carabinieri di Vittorio Veneto, sta cercando di ricostruire cosa sia accaduto quel pomeriggio nelle acque del lago, dove erano presenti 60 bambini del campus estivo, insieme alle animatrici. Durante gli interrogatori odierni, però, Suor Maddalena, al secolo Marina Baro, 83 anni, difesa dall’avvocato Carmela Pasqua Sardella si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Stessa scelta della coordinatrice del centro estivo, Camilla Rizzardi, 37 anni di Revine che, precisa il suo avvocato Valentina Sartor, “quel giorno non era in servizio perché aveva preso un permesso”.

Anche Simonetta Da Ronch, 55 animatrice del Grest difesa dall’avvocato Stefano Pietrobon, ha preferito non rispondere alle domande. L’unica a farlo è stata invece De Martin, la più giovane delle animatrici, 19 anni di Fregona. Assistita dall’avvocato Enrico D’Orazio ha ribadito quanto aveva dichiarato fin dall’inizio e cioè che Mariia non era nel gruppo di bambini che le era stato affidato: “Io avevo il gruppo Green che comprendeva 19 bambini, più piccoli di lei. Mariia era nel gruppo Yellow”. L’animatrice ha ricostruito la mattinata trascorsa al lago, spiegando di essere entrata in acqua con il suo gruppo di bambini dopo quello di Mariia. Essendo più piccoli, insieme a un aiuto animatore li ha fatti uscire prima e “dopo averli contati, li ho accompagnati al bar a prendere la merenda”.

E’ lì che ha saputo della scomparsa di Mariia: “Quando Martina Paier è venuta a chiedermi se l’avevo vista”. All’inizio si era temuto che la piccola fosse stata rapita o si fosse persa, solo molti minuti dopo la tragedia si è svelata, quando un vigile del fuoco fuori servizio ha scorto il suo corpicino in acqua ed è corso a soccorrerla. Per la bambina però non c’è stato nulla da fare. L’autopsia ha confermato che la piccola è morta per annegamento.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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