È probabilmente riconducibile a un malore la morte della piccola Mariia Markovetska, avvenuta nel pomeriggio di ieri mercoledì nel lago di Santa Maria.
È quanto sarebbe emerso dal primo esame esterno effettuato nella mattinata di oggi giovedì all’obitorio di Vittorio Veneto, dove la salma della piccola ucraina è stata portata ieri.
Dall’esame sembra che non ci fosse acqua all’interno dei polmoni, e questo escluderebbe la morte per annegamento. Resta comunque da chiarire il motivo del malore, che potrebbe essere stato causato dallo spavento provocato da una caduta in acqua o da uno sbalzo termico.
La giornata di ieri per la piccola Mariia Markovetska doveva essere all’insegna del tempo passato in maniera spensierata assieme agli amici e agli animatori del Grest che frequentava al Lago di Revine tra giochi e e divertimento, invece si è trasformata in tragedia. Il gruppo di bambini proveniente da Vittorio Veneto è arrivato al lago poco dopo le 10, in una zona molto frequentata (quella di fronte al bar Fela) da numerosi residenti e turisti.
“Abbiamo visto moltissimi bambini – spiega una testimone – erano veramente tanti e stavano giocando nel parco poco prima l’ora di pranzo. Poi ci è giunta voce che una ragazzina era scomparsa. Fin da subito abbiamo temuto il peggio”.
Saranno le indagini dei Carabinieri di Vittorio Veneto a stabilire l’esatto andamento temporale della vicenda. Secondo alcune persone presenti al lago “la bambina è scomparsa poco dopo le 15 mentre la chiamata ai soccorsi è avvenuta quasi 40 minuti dopo”. Un lasso di tempo in cui gli animatori hanno cercato disperatamente la piccola andando al bar del Parco mostrando anche al titolare la foto di Mariia e chiedendo aiuto ai presenti.
Da quel momento sono state molte le persone che avevano deciso di trascorrere del tempo al lago e che si sono mobilitati per la ricerca della piccola, fino a quando una coppia di turisti stranieri ha visto qualcosa sul fondo del lago, dove l’acqua in quel punto non supera il metro di profondità.
Dal ritrovamento del corpicino della piccola, bionda con gli occhi azzurri, il racconto è quello di una tragedia che ha visto Mariia, scappata dalla guerra, perdere la vita nell’Alta Marca: “Ho visto questi turisti che cercavano di tirare su qualcosa con il piede – ha spiegato ieri il vigile del fuoco fuori servizio Giacomo Chiaramonte – sono entrato in acqua e l’ho presa in braccio portandola a riva. Qui ho provato a rianimarla ma ormai era troppo tardi“.
Non si danno pace i responsabili e gli animatori del Grest giunti ad offrire supporto ai presenti appena saputo della tragedia: “Capite la nostra situazione, siamo distrutti, non abbiamo niente da dire” racconta ai cronisti presenti una di loro prima di chiudersi nel silenzio.
Il papà della bambina, che sta combattendo in Ucraina, è stato avvisato della tragedia e ora sono in corso le operazioni per consentirgli di ottenere un permesso per arrivare in Italia.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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