Ha riscosso un certo successo lo spettacolo “Gran Casinò. Storie di chi gioca sulla pelle degli altri” andato in scena nella serata di sabato 30 marzo, nella sala polifunzionale del Comune di San Fior (nella foto).
La compagnia Itineraria Teatro ha affrontato il tema del gioco d’azzardo, tramite un monologo appartenente al filone del teatro civile affidato a Fabrizio De Giovanni, autore dei testi insieme a Ercole Ongaro ed Enrico Comi.
Un viaggio, quello proposto grazie alla regia di Gilberto Colla e alla direzione tecnica di Maria Chiara Di Marco, a partire dalle origini delle forme legalizzate del gioco d’azzardo che, una volta diventato compulsivo, è spesso una delle cause principali di drammi personali e familiari.
Oltre al sindaco Gastone Martorel, agli assessori Luigi Tonetto e Francesco Granzotto, erano in sala i rappresentanti dei Comuni limitrofi e Michela Frezza dei Servizi ambulatoriali dipendenze (Serd).
“Bisogna parlare di queste tematiche in occasioni, come questa, di riflessione – ha dichiarato Francesco Granzotto, assessore ai Servizi sociali, famiglia e pubblica istruzione per il Comune di San Fior – ed è giusto dire come San Fior sia stato un precursore in questa battaglia contro il gioco d’azzardo”.
Nel corso della serata Fabrizio De Giovanni ha condotto gli spettatori in un viaggio alle origini del gioco d’azzardo, a partire dall’ideazione della cosiddetta “schedina della domenica” – quella del Totocalcio – fino ad arrivare ai casi di infiltrazioni mafiose nel sistema del gioco legalizzato, visto come un’ottima forma di riciclaggio di denaro sporco.
“Scommettere sulla fortuna è più semplice che scommettere su se stessi”, è stato il messaggio estrapolato dalle varie testimonianze offerte nel corso della rappresentazione, dove i cosiddetti “malati di gioco” hanno raccontato la sofferenza patita nell’inferno della dipendenza, un cancro che in poco tempo riesce a strappare da una normale quotidianità chiunque si faccia abbagliare dall’illusione di una facile ricchezza a portata di mano.
Secondo i dati presentati, gli italiani costituirebbero circa il 23 percento della popolazione mondiale di giocatori, confermando la remuneratività di quella che nell’Ottocento Camillo Benso conte di Cavour definiva “la tassa sugli imbecilli”. Ma anche nel territorio locale l’impatto del gioco non è da poco: si stima, infatti, che nella sola San Fior in un anno la spesa media sia pari a circa 2.289 euro, in una popolazione pari a 6.962 abitanti dal reddito pro-capite di 19.582 euro.
Cifre non da poco, considerato che la vicina e più grande Conegliano – abitata da circa 34.999 abitanti – registra una spesa annua di 2.027 euro in una comunità dal reddito medio di 22.433 euro. Dati che fanno davvero riflettere sul fenomeno.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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