Mattia Da Ros (nella foto) è stato stroncato da una morte cardiaca, forse un’aritmia che lo ha colpito nel sonno.
Questo il primo risultato dell’autopsia sul corpo del 18enne di Castello Roganzuolo, trovato senza vita sabato pomeriggio dalla sorella Asia, nella casa in cui viveva con i genitori Monia e Massimo.
L’esame autoptico è stato eseguito ieri, martedì 30 giugno, dal medico legale Antonello Cirnelli, che ha accertato come il decesso del giovane sia stato provocato da una patologia cardiaca. Per capire quale sia e se si tratti di qualcosa di congenito, il medico legale ha prelevato il cuore del ragazzo che sarà analizzato nell’istituto di anatomia patologica dell’Università di Padova, diretto dalla professoressa Cristina Basso.
Accertamenti che serviranno non solo a svelare cosa abbia stroncato la giovane vita, ma anche a tutelare i famigliari. A disporre l’autopsia sul corpo dello studente è stato il sostituto procuratore Valeria Peruzzo, che sul caso ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati.
Fin da subito, infatti, si era ipotizzata una morte naturale e non vi erano stati sospetti di abuso di sostanze. Mattia era il classico bravo ragazzo, studiava informatica all’istituto Planck di Lancenigo e viveva la spensieratezza della sua giovane età. Sabato, dopo il pranzo in famiglia, era andato a riposare nella sua stanza.
Nel pomeriggio, vedendo che non si alzava, la sorella Asia, di poco più grande, è andata a chiamarlo ma Mattia non si è più svegliato. Il funerale del giovane non è ancora stato fissato.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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