La vicenda dell’aggressione di un’infermiera nella sede della medicina di gruppo integrata di San Fior ha scosso la popolazione locale, accendendo ancora una volta i riflettori su questa realtà che negli ultimi mesi è stata oggetto di molte contestazioni.
Intorno alle 19.15 di ieri, un uomo, che si era rivolto alla struttura di via Mel Isidoro per un certificato di malattia che non ha ottenuto, si è aggrappato al polso di un’infermiera che aveva in mano il modulo del triage.
La donna, che dopo l’aggressione si è recata al pronto soccorso dell’ospedale di Vittorio Veneto, ha subìto un trauma distorsivo al polso e una contrattura del muscolo trapezio, ma la radiografia di oggi ha dato risultati negativi.
Il dottor Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è stato avvisato della vicenda e ora si attendono i provvedimenti dell’azienda sanitaria locale, nonché un’eventuale denuncia dell’infermiera.
Da tempo c’è un clima di tensione nella medicina di gruppo integrata di San Fior, alimentato anche da attacchi nei social da parte dei pazienti esasperati e da fatti di cronaca, come nel caso dell’intervento dei Nas per la presenza di alcuni medicinali scaduti.
“Dispiace veramente per quanto accaduto – ha affermato il sindaco Giuseppe Maset – C’è tanto nervosismo nella popolazione, ma questo clima di tensione non aiuta a migliorare le cose. La difficoltà a comunicare e a dare risposte ai cittadini ha creato questo disagio. Sono costantemente in contatto con l’Ulss e ho chiesto di mandare un altro medico in paese, ma in questo momento mancano sanitari”.
Quattro dei cinque medici presenti nella medicina di gruppo integrata di San Fior hanno acconsentito alla richiesta dell’Ulss 2 Marca Trevigiana di aumentare il massimale fino a 1800 pazienti per coprire anche quelli che in precedenza erano seguiti dalla dottoressa Visentin, che è andata in pensione.
“La situazione è complessa ma ora non servono polemiche – aggiunge Maset – Stiamo cercando di intervenire caso per caso: sono vicino ai cittadini e sto rispondendo ai loro messaggi. Il mio obiettivo è quello di trovare delle soluzioni attraverso la condivisione e non con la guerra. Questa difficoltà di approccio con i medici ha reso tutto più complicato e in passato avevo anche chiesto di chiudere tutto, affinché ognuno tornasse al suo ambulatorio per migliorare la situazione, ma l’unica strada percorribile è quella del dialogo e dell’ascolto, che ora mancano”.
La dottoressa Elisabetta Drusian, medico di base in servizio proprio nella struttura sanfiorese e addetta stampa regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) Veneto, ha confermato che, dopo il pensionamento di alcuni medici che lavoravano a San Fior, l’Ulss 2 ha chiesto un aumento di massimale di pazienti ai dottori della medicina di gruppo integrata del paese.
“Continuano gli attacchi nei confronti della nostra categoria – spiega la dottoressa Drusian – Gli animi vanno placati e, anche alla luce di quello che è avvenuto, noi medici dobbiamo essere protetti e tutelati. La richiesta di avere un nuovo medico, effettuata dal sindaco di San Fior, non ha ancora trovato una risposta da parte dell’Ulss ma voglio sottolineare che non è vero che nella nostra struttura non rispondiamo al telefono: nell’85% dei casi diamo una risposta ai pazienti entro due giorni”.
(Foto: web).
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