Sono tre i denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Pordenone ritenuti responsabili a vario titolo di truffa in concorso: tra questi, insieme ad una 45enne di Padova e una 49enne di Curtarolo, un 53enne di San Fior.
Una truffa con un copione purtroppo già noto: far credere alla vittima, in questo caso una 64enne di Aviano, di aver firmato una ricevuta per la consegna di un catalogo di prodotti per la casa. In realtà non si trattava di una semplice ricevuta, ma di una vera e propria obbligazione commerciale vincolante.
Una storia iniziata lo scorso 20 maggio quando “Anna” della ditta Wonder House telefona alla vittima, annunciando per il giorno successivo la visita a casa, senza nessun impegno, per consegnare un depliant informativo su articoli di arredo e accessori per la casa. Così succede: “Anna” consegna il catalogo, richiedendo alla signora di Aviano una firma per certificare la consegna del catalogo. Fidandosi delle parole della promotrice, la vittima si è ritrovata di fatto, a sua insaputa, a firmare un contratto che la impegnava per i successivi quattro anni ad utilizzare il credito di una card che le sarebbe stata consegnata qualche giorno dopo. Cifre decisamente importanti per acquisti che la vittima con la firma si impegnava a fare: 2.990 euro all’anno, per un totale per i quattro anni di 11.960 euro.
Al momento della consegna della card, questa volta da parte di un operatore presentatosi con il nome di “Roberto”, la vittima insieme al marito si è così ritrovata, per evitare secondo il promotore delle gravi conseguenze legali, ad acquistare prodotti dal catalogo per una spesa di 3.648 euro. E’ a questo punto che la signora decide di rivolgersi ai Carabinieri di Aviano: partiti con gli accertamenti sono arrivati all’identificazione del promotore con il nome “Roberto”, sul quale gravavano numerosi precedenti di polizia per truffe analoghe a quella in esame.
Sequestrata la merce, i Carabinieri hanno poi sentito la titolare dell’azienda: spiegato il meccanismo di vendita attraverso ‘gift card’, si è resa disponibile a restituire la somma di 648 euro, ricevuta in acconto a fronte della remissione della querela e alla restituzione dei beni sequestrati.
Ad essere messa in discussione, non è la genuità e la qualità dei prodotti commercializzato dell’azienda in questione, quanto il modus operandi messo in atto: nei modi e nei tempi, approfittando di persone spesso anziane o in condisioni di minorata difesa, vengono indotte in errore tanto da ravvisare nei loro confronti gli elementi costitutivi del reato di truffa.
La raccomandazione da parte delle forze dell’ordine è quella di leggere sempre i documenti prima di sottoscrivere e di ricordare che le visite di operatori commerciali porta a porta prevedono sempre un esborso di denaro.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it