La giornata piovosa di domenica 28 ottobre non ha impedito lo svolgersi in tarda mattinata della cerimonia dedicata alla memoria dell’ultimo bombardiere italiano, svoltasi nell’area antistante il campanile di Rua di Feletto, sul quale è visibile una lapide commemorativa.
Era il 27 ottobre del 1918 quando il tenente Mario Tarli di Ascoli Piceno, il sergente Giannetto Vassura di Cotignola (Ravenna) e i due mitraglieri Dandolo Zamboni di Desenzano (Brescia) e Domenico Fantucci di Vallo di Nera (Perugia), a bordo del Caproni 11503, sorvolavano nel cielo di San Pietro di Feletto, di ritorno da Vittorio Veneto, città dove, partendo da San Pelagio (Padova), si erano recati per dare supporto all’esercito italiano.
Nel viaggio di ritorno dal vittoriese, l’aereo venne colpito dal fuoco nemico, schiantandosi a poca distanza dal campanile della chiesa di Rua di Feletto, sul quale sorge una lapide commemorativa.
In ricordo del Caproni 11503, una freccia tricolore ha sorvolato i cieli felettani, mentre due bandiere italiane sono state poste ai lati della lapide di fronte al sindaco Loris Dalto e ai primi cittadini dei luoghi di provenienza dei 4 aviatori. “La commemorazione è una tappa molto importante di un progetto avviato negli ultimi 4 anni – ha spiegato Dalto – intitolato Grande guerra, la coscienza della conoscenza”.
“Il progetto – ha aggiunto il primo cittadino – si è avvalso della collaborazione della scuola secondaria di Rua di Feletto e ha avuto lo scopo di passare alla memoria collettiva i fatti accaduti a San Pietro, e non solo, 100 anni fa”.
Un capitolo, questo, della storia locale, forse non conosciuto da tutti, ma meritevole di memoria e conoscenza, in quanto prova di come nessun territorio sia in quegli anni scampato alle tragiche vicende del primo conflitto mondiale.
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(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Qdpnews.it).
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