Si è aperta ieri sera, giovedì 30 gennaio 2019, la nuova edizione della rassegna “Viticoltura a San Pietro di Feletto” dedicata al mondo della vite e del vino, organizzata dal Comune assieme a numerosi partner istituzionali, associativi e del mondo produttivo.
Al centro del primo dei quattro appuntamenti in programma il 50esimo anniversario della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco, ente di riferimento per la vitivinicoltura dei 15 Comuni della Docg, inteso come risorsa per le aziende e le comunità locali.
Ad aprire la serata è stato l’assessore all’agricoltura del Comune di San Pietro di Feletto, Benedetto De Pizzol, seguito dagli interventi dei relatori del primo incontro della rassegna.
Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, che ha sottolineato l’importanza del confronto tra i produttori della denominazione e della formazione scientifica offerta dai relatori.
La discussione sull’età matura del vigneto di prosecco docg e sulla sua evoluzione è stata proposta da Diego Tomasi, ricercatore del Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano.
E’ stato poi Leopoldo Saccon, architetto e urbanista coordinatore della candidatura Unesco delle colline del prosecco di Conegliano Valdobbiadene a trattare la storicità, la permanenza e lo sviluppo del settore viticolo quale fattore chiave della candidatura Unesco.
In chiusura Eugenio Pomarici, professore ordinario di economia e politica agraria dell’università degli studi di Padova, nel contesto del 50esimo del Conegliano Valdobbiadene, ha analizzato l’evoluzione produttiva e del valore di “una delle prime Denominazioni italiane”.
Gli appuntamenti di “Viticoltura a San Pietro di Feletto” proseguiranno il prossimo mercoledì 6 febbraio 2019 con l’analisi del comportamento degli esseri vegetali trattata dal ricercatore Diego Tomasi e da Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e professore all’università degli studi di Firenze.
Le ultime due serate si terranno nei successivi mercoledì 13 e 20 febbraio 2019, trattando rispettivamente la migliore gestione delle acque reflue e dei sottoprodotti di cantina, e il vigneto visto dal Campus enologico di Conegliano.
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(Fonte: Gianluca Renosto © Qdpnews.it).
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