Da diverso tempo ormai si cita il caso della flavescenza dorata, una malattia che sta lasciando tracce sui vitigni del territorio locale.
E proprio tale patologia delle piante è stata al centro dell’incontro di “Viticoltura” svoltosi nella serata di ieri, martedì 22 marzo, nell’aula magna della scuola primaria di Rua di Feletto, in via della Libertà (vedi articolo).
L’incontro ha visto una nutrita presenza di pubblico, tra produttori e studenti interessati al caso preso in esame.
A inaugurare l’incontro sono stati i saluti istituzionali del vicesindaco di San Pietro di Feletto Loris Dalto, il quale ha ricordato che si tratta di una “problematica che sta a cuore ai produttori e per questo è necessario favorire dei momenti di incontro su questo problema”: “I vigneti analizzati sono stati quelli di San Pietro di Feletto e si tratta di fare il punto della situazione, anche tramite un progetto in parte finanziato dal Comune” ha riferito Dalto.
Il Comune di San Pietro di Feletto, infatti, ha partecipato a un progetto promosso dall’Università degli Studi di Padova, presentato da Carlo Duso, professore del dipartimento Dafnae dell’Università degli Studi di Padova, poi seguito da altri studiosi sempre provenienti dall’Ateneo patavino e dall’Università di Udine.
Come ha spiegato Duso, tale malattia nel 2021 ha dato dei “segnali preoccupanti”, pertanto sono state “implementate delle tecniche di monitoraggio e delle mappe, per individuare e spegnere i focolai”, coinvolgendo “più aziende per sincronizzare tali sistemi di lotta”.
Nel complesso sono state coinvolte 15 aziende per 80 vigneti e tale progetto proseguirà anche nel 2022, come ha spiegato l’organizzatore dell’incontro, Benedetto De Pizzol.
Da parte sua, il direttore del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Diego Tomasi, ha ribadito che la “flavescenza è un problema che angoscia, da arginare e con il quale si dovrà convivere”: “Non basta la ricerca, ma è importante che i produttori mettano in pratica i consigli dati” ha ribadito.
Un progetto, quindi, che ha messo insieme un vero e proprio “lavoro di squadra”, a cui anche Banca Prealpi SanBiagio ha preso parte, trattandosi di una tematica riguardante il territorio, secondo quanto riferito da Luciano Soldan, referente dell’ufficio agricoltura della banca stessa, che ha spiegato il contributo dato alla ricerca portata avanti dagli atenei di Padova e Udine, assieme al Consorzio di tutela.
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