Prende il nome di “Clochar” la silloge poetica presentata nel pomeriggio di ieri, sabato 23 aprile a Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto.
L’autore è Federico Tomasi, 19enne residente a Tarzo e all’ultimo anno dell’istituto Cerletti di Conegliano.
La storia di questo “poeta in erba” è molto particolare, ma soprattutto significativa: nonostante l’iperattività e i disturbi cognitivi di cui soffre, sembra essere a tutti gli effetti un astro nascente della poesia, considerati i ben 36 riconoscimenti finora ottenuti, come ad esempio il primo premio al concorso Wilde. Un esempio, in sostanza, di quanto ogni difficoltà sia superabile.
La poesia, come è emerso ieri, è il suo strumento di espressione, lo spazio dove è riuscito a comunicare e a imprimere il proprio mondo interiore, comprese le esperienze non sempre felici vissute, come ad esempio gli episodi di bullismo affrontati.
Tutto ha avuto inizio a 16 anni, con la scrittura privata su un diario, poi sono arrivate le poesie e i concorsi, dove Federico ha deciso di mettersi alla prova.
Alla presentazione, oltre ai famigliari, non sono mancati i compagni di scuola, i docenti e la dirigente scolastica Mariagrazia Morgan, per testimoniare la vicinanza e specialmente la soddisfazione per i successi letterari raggiunti da Federico. In questa occasione, la preside Morgan ha sottolineato il compito che dovrebbe avere la scuola, ovvero quello di far sempre emergere i talenti di ognuno.
“Grazie per quello che sei”, sono state invece le parole del sindaco di Tarzo Vincenzo Sacchet, mentre il docente e poeta Marzio Dal Tio ha letto alcuni versi tratti dalla silloge del 19enne (“leggere i versi di Federico è stato qualcosa che mi ha toccato dentro”, ha confessato). “Servono forme di cultura come questa”, sono state invece le parole del padrone di casa, Alberto Stocco di Ca’ del Poggio.
A coordinare la presentazione, anche lo scrittore e giornalista Giuseppe Gallato, a cui si sono aggiunti i saluti a distanza dell’onorevole Lucia Azzolina e di Daniele Cappa, fondatore del premio Wilde, oltre a una lettera di congratulazioni da parte del presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
“La poesia è una finestra sulla vita”, “La poesia è l’inverno che rende visibile il canto”, “Il domani verrà per chi ha vissuto ieri”, “Ogni punto di arrivo deve essere pensato come un nuovo punto di partenza”, recitano alcuni dei versi di Federico Tomasi, che ha dimostrato di concepire un concetto di poesia intimistica, con un “velato pessimismo esistenziale”, dove si intravvedono però delle “vie di fuga” tali da indurre alla speranza.
Una poesia dove traspare una continua di ricerca di sè, come ha spiegato lo stesso autore, il quale ha puntualizzato che il titolo “Clochar” (che si rifà al titolo stesso di una lirica compresa all’interno del volume) non è affatto il frutto di un banale errore di stampa, bensì una scelta vera e propria: quella “d” mancante in finale di parola, infatti, è simbolo della costante ricerca di sè del 19enne.
Ma il termine è anche un omaggio a un incontro significativo fatto da Federico Tomasi qualche tempo fa a Roma, con un clochard: proveniente da un Paese dilaniato dal conflitto, quest’uomo era rimasto senza gambe e per questo era alla continua ricerca di se stesso.
Una storia che ha colpito Federico Tomasi, il quale ha avvertito la comunanza con quell’uomo per il costante desiderio di espressione e conoscenza di sè.
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