Tra i punti affrontati martedì sera durante il consiglio comunale c’era anche l’approvazione del Piano antenne del territorio: uno strumento che serve per individuare le zone idonee per eventuali richieste di installazioni di impianti da parte delle aziende di telefonia.
Zone che risultino distanti dalle cosiddette aree sensibili (come, ad esempio, scuole e case di riposo, dove non è possibile collocare degli impianti) e uno strumento per evitare che, come accaduto in altri Comuni, le aziende si rivolgano dai privati per l’installazione di impianti e antenne. Scelte che si dimostrano poi essere irreversibili.
Il piano è stato illustrato da Luca Zanini, da un punto di vista tecnico, il quale ha spiegato che il Piano comunque tiene in considerazione tutti i criteri utili “a ridurre l’impatto” degli impianti sul territorio stesso.
La costruzione del Piano è stata preceduta da una prima fase di raccolta di dati, legati proprio al tema della telefonia mobile. Una volta che il Piano antenne sarà pubblicato, la documentazione sarà a disposizione della cittadinanza, in modo che possa presentare eventuali osservazioni in merito.


Tra le aree “papabili”, individuate dal Piano per eventuali richieste dalle aziende di telefonia, emergono la cella campanaria dell’Antica Pieve millenaria, in piazza Giovanni XXIII a San Pietro di Feletto; l’area a fianco del Card, in via Cervano a Bagnolo; via Fontane, nelle vicinanze del cimitero, a Santa Maria di Feletto.
“Ci voleva un Piano antenne per i cittadini”, il commento del sindaco Cristiano Botteon il quale, però, ha allo stesso tempo evidenziato la necessità di “affidarci alla tecnologia per quanto riguarda il controllo delle emissioni”.
Il Piano è stato approvato dalla maggioranza, mentre l’opposizione ha espresso voto contrario: la capogruppo di minoranza Carla Pancot ha riportato alcune perplessità in merito alla scelta della cella campanaria per eventuali installazioni (vista la vicinanza al parco), mentre il consigliere Assunta Rizzo non si è mostrata convinta dell’individuazione di via Cervano, vista la presenza del parco pubblico, dove i bimbi della scuola materna sono soliti fare attività all’aperto.
Per questo, la minoranza ha affermato di volersi prendere la tempistica di 60 giorni per eventuali osservazioni.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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