Un turismo consapevole e di qualità, animato dalla curiosità e dal rispetto per il territorio visitato: è questo l’identikit del turismo emerso nella serata di ieri, giovedì 17 novembre, nell’ambito di un convegno sul tema, tenutosi al resort Ca’ del Poggio di San Pietro di Feletto (qui l’articolo).
“Il turismo che vorrei, tra tradizione e sostenibilità” era il titolo di un incontro animato dal chiaro obiettivo di tracciare i prossimi passi da compiere, per incentivare l’arrivo di visitatori tra le colline del patrimonio Unesco.
La questione è stata analizzata sotto molteplici punti di vista, ma la conclusione dell’appuntamento ha evidenziato la necessità di un’unica cabina di regia, che faccia da coordinamento tra le diverse attività ricettive del territorio, costruendo un unico calendario di eventi e puntando in misura maggiore sull’erogazione di servizi.
A inaugurare l’incontro è stato il sindaco di San Pietro di Feletto Maria Assunta Rizzo, la quale ha ricordato il progetto voluto e intrapreso dall’amministrazione proprio per valorizzare e incrementare la vocazione turistica del territorio comunale (qui l’articolo).
“Crediamo sia uno strumento per far conoscere le caratteristiche e i punti di forza del territorio – ha affermato il primo cittadino – La sinergia è un punto di forza per tutti noi e il turista che vogliamo è quello che desidera conoscere il territorio, rispettandolo”.
I dati sul turismo sarebbero attualmente confortanti e in crescita, a un livello tale da consentire di recuperare il tempo perduto a causa della pandemia. A riferirlo è l’assessore regionale al Turismo Federico Caner, il quale ha sottolineato quanto le agenzie e le attività di prenotazioni online stiano diventando sempre più competitive, anche in termini di offerta dei servizi: “Vogliamo puntare su un turismo di qualità anziché di massa – ha esordito – Bisogna pensare alla tipologia di turista che vogliamo: un turista informato. Da noi non c’è solo Prosecco, ma anche arte e natura: bisogna sapere vendere, nel senso buono del termine, il territorio e puntare sui servizi”.
“I prossimi bandi erogati punteranno molto sugli aspetti della sostenibilità, dell’accessibilità e molto sul ‘fare rete’ – ha aggiunto – Credo sia necessario anche sviluppare l’aspetto dello storytelling riguardante l’accoglienza turistica”.
Da parte sua Giuliano Vantaggi, site manager dell’associazione per il patrimonio delle Colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ha annunciato la traduzione in spagnolo della guida Lonely Planet dedicata alle Colline del Patrimonio: “Siamo una Regione che ha una qualità incredibile – ha dichiarato -. Viviamo in un territorio che sta performando benissimo, con una sempre maggiore volontà di molti di recuperare e ristrutturare le locazioni, dando loro un indirizzo turistico. Oggi il turista vive per poter dire di aver viaggiato”.
Vantaggi ha approfondito anche il tema dei “Giovani ambasciatori”: “Un progetto davvero importante che sposiamo appieno, perché è fondamentale che i giovani capiscano il valore di un Sito UNESCO, ma soprattutto capiscano il valore del viverci dentro. Il turismo che sta arrivando tra le nostre Colline sta cambiando: è più internazionale, vuole dialogare con tutte le realtà e le attività territoriali. Quindi, qualsiasi lavoro decideranno di fare, e saranno davvero tante le opportunità, questi giovani dovranno essere in grado di rispondere a esigenze diverse, a creare un contesto accogliente e attento. Come Associazione stiamo facendo molti progetti per gestire al meglio questo flusso di turismo internazionale: progetti che riguardano la mobilità, la formazione, la promozione del turismo sostenibile, nell’ottica di coinvolgere le nuove generazioni affinché divengano il vero volano di promozione, valorizzazione e salvaguardia di questo Patrimonio dell’Umanità”.
Le relazioni hanno visto un breve intervallo rappresentato dalla proiezione di un filmato realizzato nel corso di uno dei laboratori del gruppo Giovani Ambasciatori Unesco del Felettano, gruppo presentato dall’assessore alla Cultura Claudia Meneghin.
Giulia Casagrande, presidente di Fondazione Marca Treviso, si è invece soffermata molto sulla necessità di una cabina di regia, per “mettere in ordine quello che abbiamo in casa”: “Non è più il momento di avere mille teste: 240 strutture ricettive sono più dannose che positive, è un calderone senza una regia – ha dichiarato, evidenziando la necessità di una rete tra queste realtà -. L’obiettivo è quello di prolungare il soggiorno del turista, con un aumento dell’offerta e dei servizi. Fare rete è complicato, perché non siamo molto umili, ma dobbiamo accettare il fatto che abbiamo bisogno di un confronto“.
Marco Di Falco, presidente di Dotto ReSearch (società di ricerca e selezione di manager di alto profilo), ha invece ricordato la posizione strategica del Veneto, condividendo la visione futura di un coordinamento unico delle varie realtà territoriali: “Le strutture private sono di varie tipologie ed è necessario un coordinamento, anche di eventi, considerato che ci sono sovrapposizioni di calendario – ha affermato -. Bisogna tenere in considerazione le necessità delle strutture e dei servizi, organizzare un’offerta turistica organica, attrarre un certo tipo di competenze in marketing avanzato, digital marketing e analisi del ritorno degli investimenti fatti”.
Infine, lo scrittore e giornalista Giovanni Carraro ha illustrato le caratteristiche del Cammino Unesco, un percorso di 51 chilometri suddiviso in quattro tappe da 12-13 chilometri ciascuna, attualmente in corso di approvazione.
Un tragitto che parte dal centro di Vidor e arriva nel cuore di Vittorio Veneto, che intende valorizzare il patrimonio religioso, storico, paesaggistico e atletico del percorso stesso, come ha spiegato Carraro, il quale ha mostrato le immagini di borghetti e chiesette immersi in un contesto suggestivo, assieme a particolari che narrano l’evoluzione vissuta dalle nostre zone.
Da notare l’alternanza tra bosco e vigneto tipica di un paesaggio “a mosaico”, come la presenza di fossili rinvenuti nel territorio. A tal proposito, è prevista la pubblicazione di due mappe Tabacco, di un volume sui sentieri e di una pagina web agganciata a quella principale dell’associazione Unesco, senza dimenticare il posizionamento della segnaletica lungo il cammino.
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