Sono passati 100 anni dalla nascita di Luigino Ceschin, storico maestro del Comune di San Pietro di Feletto, ma il ricordo che ha lasciato nella comunità non è sbiadito. Anzi, è rimasto indelebile. A testimonianza di tale fatto è stata la sala gremita durante la cerimonia organizzata sabato 20 maggio nella galleria dell’eremo, nella sede municipale di Rua di Feletto.
Lì, oltre all’inaugurazione della mostra storico-fotografica “C’era una volta la scuola”, sono stati ripercorse le tappe salienti della vita dello storico maestro, dalla nascita, dalla vita in famiglia, fino al conseguimento del diploma magistrale, a cui è seguita la vita lavorativa, costellata da tante passioni e interessi collaterali.
Ma al tempo stesso è stata un’opportunità per ripercorrere l’evoluzione che ha subìto il mondo della scuola nel nostro territorio, specchio della propria epoca storica, delle convenzioni socio-culturali del tempo, ma anche del benessere economico che nei diversi decenni si respirava.
E proprio la prima parte dell’incontro ha interessato questa galleria di immagini d’epoca (con un commento di Chiara Ceschin), raffiguranti i bimbi da inizio Novecento fino a oltre la metà degli anni sessanta, assieme alle loro maestre.
Maestre che, specialmente a inizio secolo, erano figure tanto amate quanto chiacchierate: se da un lato incarnavano il ritratto della donna indipendente (rispetto alle coetanee dell’epoca), capace di vivere del proprio lavoro, dall’altro proprio questa caratteristica era spesso motivo di sospetto, se non addirittura di ilarità.
Tra maestre e maestri c’era una netta disparità salariale, sintomo di quanto la parità tra i sessi in passato non fosse un concetto ancora preso in considerazione: dalle 36 lire date agli inizi del Novecento a un maestro, si scendeva alle 10 lire e 30 versate a una maestra per lo stesso lavoro. Entrambi, però, oltre al diploma magistrale erano chiamati a esibire un atto di moralità.
Capitava che le prime classi venissero affidate alla maestra, mentre gli alunni più grandi al maestro. Il benessere del contesto sociale si può leggere nelle foto scolastiche d’epoca: se agli inizi del Novecento spesso gli studenti andavano a scuola scalzi, con i grembiuli realizzati con le divise dei padri andati in guerra, si arriva all’uso delle stilografiche (anziché penna e calamaio), ai diversi corredi scolastici e agli astucci degli anni sessanta, sintomo di un diffuso progresso economico.
Erano anni in cui la scuola aveva un’impostazione ben diversa da quella odierna: basti pensare alle ore dedicate all’uso di vanghe e rastrelli durante il periodo fascista, all’obbligo per la maestra di indossare anch’essa un grembiule, al ruolo delle suore nel supporto educativo dei più piccoli, a partire dai primi asili fondati nel primo ventennio del Novecento nelle frazioni di Santa Maria e Rua di Feletto.
Sono state ricordate, inoltre, le ispezioni degli studenti in termini di pulizia personale, con il controllo dei capelli (per evitare i pidocchi) che, nel caso delle bambine, dovevano essere particolarmente ordinati e raccolti, meglio se in una treccia.
Anche i luoghi scolastici restituiscono una rilettura di questo scenario generale: dalle cellette, ancora esistenti, dell’antico eremo camaldolese come aule di lezione, si aggiunge l’attuale studio dell’assistente sociale del municipio di Rua di Feletto, fino all’inaugurazione nel 1959 della scuola elementare “Silvio Pellico” (sempre a Rua di Feletto), edificio rimasto nel ricordo di generazioni di alunni e da anni demolito.
La storia di Luigino Ceschin
In questo contesto si colloca la vicenda personale e professionale di Luigino Ceschin, nato a Rua di Feletto il 24 maggio 1923, e insegnante del luogo, come altre docenti nominate, ovvero Anna Antiga e Maria Collodel. “Il ricordo di un maestro, uomo, padre” è quello che è stato delineato ieri, di fronte a un pubblico composto da persone che, per la quasi totalità, avevano conosciuto il maestro Ceschin.
Una vita che è stata raccontata tramite un video, realizzato dal figlio Gianfranco Ceschin con il supporto del presidente della Pro loco Arcangelo Marcon, contenente immagini tratte dall’album dei ricordi di famiglia, ma anche dagli annali scolastici.
La storia di Luigino Ceschin iniziò nella famiglia creata dai genitori Clemente Ceschin, prima falegname e in seguito tassista, ed Elisa (“Isetta”) Casagrande: la coppia abitava una una casa situata di fronte alla chiesa di Rua di Feletto e tuttora esistente. Oltre a Luigino, ebbero anche una figlioletta. La mamma gestiva un tradizionale “casoìn”, in seguito condotto da Liliana, la moglie del maestro Luigino.
Dopo le prime tre classi frequentate a Rua di Feletto, Luigino Ceschin proseguì gli studi con la quarta e quinta classe, recandosi ogni giorno a Conegliano in bicicletta, all’ex convento di San Francesco. Proseguì le medie e superiori al Seminario di Vittorio Veneto, per poi dare l’esame da privatista all’istituto “Duca degli Abruzzi” di Treviso, ottenendo il diploma magistrale nel 1946.
Fu così che iniziò il proprio lavoro da maestro, insegnando nelle cellette di Rua di Feletto. Furono gli anni in cui scoprì la propria passione politica, in particolare per la Democrazia Cristiana (DC). Negli anni cinquanta fu assessore alla Finanza e alla Scuola, contribuendo all’inaugurazione della scuola elementare “Silvio Pellico” e diventando al contempo segretario della DC proprio a Rua di Feletto.
Per un periodo insegnò a Refrontolo e a Santa Maria di Feletto, prima di diventare di ruolo a Rua di Feletto. Arrivò poi il tempo di formare una famiglia, con Liliana, da cui ebbe i figli Gianfranco e Daniela.
Grazie a lui, nel 1957, la scuola di Rua potè partecipare a un concorso canoro della Rai, cosa che gli fece ottenere un piccolo microfono d’argento per aver organizzato questa opportunità. Nel 1953, inoltre, fondò il Motoclub Felettano, organizzando dei veri e propri raduni dedicati al mondo dei motori.
Tra i suoi ricordi, ora conservati dalla famiglia, ebbe un posto di rilievo il biglietto di ringraziamento ricevuto negli anni Sessanta dall’allora vescovo Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I e poi beato, venuto in visita alla scuola di Rua di Feletto. Fu inoltre amico di don Nilo Faldon.
La sua passione per la tecnologia era evidente dal gusto per l’uso delle diapositive e della cinepresa, con cui era solito realizzare dei filmati amatoriali, anche durante le uscite scolastiche che organizzava con i propri alunni. Oltre al lavoro di maestro, ottenne il ruolo di giudice conciliatore.
Nel 1982 arrivò la pensione e ci fu più tempo per la passione per la tecnologia: Luigino Ceschin acquistò un radiotrasmettitore, mentre con il figlio Gianfranco condivise l’esperienza di “Radio Col Capriolo”, prima di spegnersi nel 1990.
Un racconto di vita che ha suscitato un fragoroso applauso tra i presenti, seguito dalle parole dei figli Daniela e Gianfranco, visibilmente commossi di fronte ai tanti ricordi del padre. “La scuola per il papà è stata la sua vita. Io lo sento ancora qui – ha detto la figlia Daniela Ceschin – Ha sempre lasciato a me e a mio fratello Gianfranco la libertà di scegliere, insegnandoci ad andare d’accordo”.
“Era un papà autorevole ma mai autoritario”, ha affermato il figlio Gianfranco Ceschin, il quale ha ringraziato Comune e Pro loco per la collaborazione al progetto, invitando tutti i presenti a una messa, che sarà celebrata mercoledì 24 maggio alle 19 (data precisa del centenario del padre), nella chiesa di Rua di Feletto. Una messa che sarà accompagnata dai canti gregoriani del Coro Accademia Tetracordo, diretto da Mariagrazia Marcon.
(Foto: Comune di San Pietro di Feletto – Qdpnews.it).
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