Ricordi bellici e di vita: il 106enne Angelo Peressini racconta la sua storia e gli anni passati in guerra

Il 106enne Angelo Peressini racconta la sua storia e gli anni passati in guerra

A una settimana dal suo 106esimo compleanno, Angelo Peressini ha raccontato alcuni ricordi del suo passato, tra gli anni della guerra e la vita famigliare.

Memoria che Peressini, residente a Rua di Feletto e originario di San Daniele del Friuli, allena dilettandosi con giochi di enigmistica, in particolare il “crucipuzzle”, ogni giorno: “Così passo il tempo”, è il commento fatto con un sorriso dal 106enne, ancora soddisfatto della festa organizzata per il suo compleanno, ma anche degli auguri e dell’affetto ricevuto da svariate persone.

Festa che domenica scorsa ha compreso prima una messa e poi un rinfresco in compagnia a Rua di Feletto, con parenti, amici, vicini di casa e la sezione degli Artiglieri di Pieve di Soligo, di cui fa parte. Poi il pranzo in famiglia, con i parenti e gli amici più stretti.

Tra gli auguri, anche un telegramma da parte del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che l’anziano ha particolarmente gradito.

L’amore per la moglie Maria

Uno dei ricordi che il 106enne custodisce nella sua memoria, è sicuramente quello legato alla moglie Maria e ad una disavventura vissuta quando era incinta di una delle due figlie, all’epoca in cui Peressini lavorava all’Anonima Elettrica Trevigiana, società poi assorbita dall’Enel.

“Era il 1955 e c’era un metro di neve e mi chiamarono a Conegliano per essere di aiuto al lavoro – ha raccontato -. Visto il cattivo tempo, mi dissero che avrei potuto mangiare e dormire all’Osteria “Alle Anerete”, ora non più esistente. Io risposi che dovevo andare a casa a tutti i costi, considerato che mia moglie a breve avrebbe dovuto partorire”.

“Ricordo che camminai fino al percorso di Madonna della Neve, raggiungendo il Castello di Conegliano – ha proseguito – Non riuscii, però, a proseguire di molto: la neve era troppo alta. Arrivai fino alla Nostra Famiglia e lì trovai una famiglia di contadini, a cui spiegai la mia situazione: mi prepararono un po’ di paglia su cui poter dormire e la mattina dopo, quando le strade vennero sgombrate dalla neve, riuscii a raggiungere Rua di Feletto. Arrivai giusto in tempo: portai mia moglie a partorire”.

I ricordi del periodo bellico

Angelo Peressini è il socio più anziano del Gruppo Artiglieri di Pieve di Soligo e sono svariate le attestazioni che il 106enne ha ricevuto: l’ultima, in ordine di tempo, è giunta lo scorso anno, ovvero un diploma al merito con medaglia d’oro, entrambi emessi dalla Federazione provinciale di Treviso dell’Associazione nazionale Artiglieri d’Italia, “per profondo e costante attaccamento dimostrato in lunghi anni di appartenenza” all’associazione stessa.

E sono ancora vividi i ricordi legati alla Seconda guerra mondiale che il 106enne ha voluto raccontare: “Ricordo che partii nel 1938 per fare il servizio militare e, alla fine, tornai a casa nel 1945. Ho fatto tutta la trafila della guerra. Mi diressi a Domodossola per dare il cambio ad altri soldati, ma ci mandarono a Napoli per imbarcarci verso la Libia. Un sottomarino inglese, però, silurò una nave diretta proprio verso la Libia, affondandola: così ci portarono a Bari“.

“Lì ci imbarcammo e arrivammo a Valona, in Albania. Poi andammo in Croazia, Montenegro e, infine, in Grecia – ha aggiunto -. Lì attendemmo la fine della guerra, affrontando anche i titini. Ho passato tutti i fronti. Poi, dopo l’8 settembre 1943, tutto cambiò: a noi dissero che, se eravamo dei veri patrioti, avremmo dovuto continuare a difendere l’Italia. Era tutto in subbuglio“.

Finita la guerra, arrivò il tempo di tornare a casa: “Mia mamma era con una sorella, mio fratello ancora in Albania – ha ricordato -. Arrivai a Treviso e incontrai una famiglia, che mi chiese di fermarmi un po’ con loro e io rimasi”.

La mancanza del padre in cerca di lavoro in Argentina

Mio padre emigrò in Argentina nel 1927: non sapeva più come mantenere una famiglia così numerosa. Avevo 10 anni quando partì, me lo ricordo bene, e lui rimase via per 30 anni. Faceva il sarto e, quando ritornò, andai a prenderlo a Genova – ha proseguito Peressini -. Ricordo che ci scriveva, dicendo che, quando avrebbe potuto fare il viaggio, sarebbe tornato a casa. Lui è mancato nel 1960″.

Una vita, quella di Angelo Peressini, trascorsa di fronte ai grandi cambiamenti storici del tempo, che lo ha reso una preziosa testimonianza dei vari capitoli del “nostro” Novecento.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata – Famiglia Peressini).
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