Una tradizione lunga da tempi immemorabili quella del Panevin, un’occasione di convivialità tramandata di generazione in generazione e divenuta nel tempo un appuntamento di comunità.
Questa sera, sabato 5 gennaio 2019, dopo la benedizione del fuoco prevista alle 18 a Revine Lago, per l’accensione del rogo Felettano bisognerà attendere l’arrivo dei tedofori che giungeranno a Rua di Feletto verso le 21.
Il Panevin a Rua è un appuntamento comunitario fisso dal 1969 e da una trentina d’anni c’è anche l’usanza di bruciare la “vecia”, un tempo esposta su di un furgoncino che arrivava fino a Conegliano per annunciare l’iniziativa del felettano, come racconta Arcangelo Marcon, vice presidente della Pro loco di San Pietro di Feletto.
“L’allestimento del Panevin è una delle nostre attività principali – racconta Marcon – e richiede del tempo a noi volontari. Per due fine settimana siamo impegnati nella preparazione che allestiamo usando legname di bosco”.
“Poi prepariamo la vecia – prosegue il vice presidente – che sarà bruciata e questa attività dura due serate. Prima creiamo una struttura di legno, riempita con del fieno, mentre gli abiti, il cappello e il mantello vengono preparati con degli scampoli di stoffa”.
Solitamente la “vecia” viene posizionata sul campanile della chiesa di Rua di Feletto, dal quale, dopo essere rimasta sospesa per un certo tempo, viene lasciata cadere sul rogo allestito nell’ex campo sportivo antistante la chiesa stessa.
Un appuntamento che ogni anno vede una certa partecipazione. “Non esagero nel dire che l’anno scorso – sottolinea Marcon – abbiamo accolto circa un migliaio di persone, grazie anche al tempo favorevole”.
Numero che il gruppo della Pro loco è pronto a registrare nuovamente anche questa sera, condito dalla tradizionale pinza, dolce tramandato di generazione in generazione, e dal vin brulé per scaldarsi dal freddo.
Come da tradizione, poi, sarà un’occasione anche per vedere quello che sarà l’andamento dell’annata, a seconda della direzione della cenere: infatti, come recita il detto, “fuische a matina ciol su il sac e va a farina / fuische a sera, poenta a pien cagliera”, in eterna contrapposizione tra carestia e abbondanza.
“Sicuramente speriamo che le ceneri vadano nella direzione giusta – augura Marcon – ma per saperlo dovremo attendere questa sera”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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