Piantumato “l’albero sopravvissuto” di Hiroshima nel parco di vicolo Pasubio: una storia di rinascita per un messaggio di forza della vita

Tutto è nato dalla tesina di terza media di Eugenia Damian, studentessa residente nel Comune di San Vendemiano, la quale aveva chiesto all’amministrazione di aderire al progetto denominato “affidamento di un Hibakujumoku” (dal giapponese “alberi che hanno subito un’esplosione atomica”, o meglio “alberi sopravvissuti”), un’iniziativa curata dall’associazione delegata da Green Legacy Hiroshima per l’affido degli Hibakujumoku in Italia.

Lo scorso 4 giugno, nel parco pubblico di vicolo Pasubio a San Vendemiano, è stato infatti piantumato un Celtis Sinensis, più comunemente noto come “Bagolaro”, nato dai semi ricavati da una pianta sopravvissuta a circa 1.400 metri dall’epicentro dell’esplosione della bomba atomica di Hiroshima nel 1945.

Si stima che a Hiroshima siano state 170 le piante sopravvissute, comprendenti 32 specie differenti: l’albero all’epoca più vicino alla zona dell’esplosione, e poi sopravvissuto, fu un salice piangente.

Il fatto in generale creò meraviglia e stupore, e venne vissuto come un caso straordinario, in quanto si credeva che l’esplosione atomica avesse definitivamente messo la parola “fine” a qualsiasi forma di vita in quella zona, almeno per i successivi 75 anni.

In realtà, la prima pianta iniziò a germogliare già durante la primavera successiva alla tragedia e alcuni studi condotti negli anni settanta mostrarono come alcuni di questi alberi fossero riusciti a salvarsi anche a un raggio di soli 500 metri dall’epicentro. Secondo alcuni studi, le parti interrate delle piante vennero protette dallo strato di terra del suolo, come fece lo spessore del tronco con il lato non irradiato.

Oggi, tutti gli “alberi sopravvissuti” sono identificati da un’apposita targa e i loro semi sono stati piantati non solo in Giappone, ma anche in altre parti del mondo (come nel caso in questione): un atto simbolico di rinascita e di forza della vita, oltre che un messaggio in grado di assumere uno spessore e un significato particolare in questo periodo storico.

A San Vendemiano, la targa presenta anche un apposito QR Code, da cui è possibile consultare il progetto e tutta la storia a esso legata.

All’inaugurazione dello scorso 4 giugno hanno partecipato due classi delle scuole medie, accompagnate da tre docenti, assieme agli assessori Romina Cettolin e Mirco Zago: una cerimonia in cui storia e riflessione hanno lasciato un segno nel territorio.

(Foto: Comune di San Vendemiano).
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