Il mondo della scuola e quello del lavoro nel tempo si sono sempre più allontanati tra loro fino a diventare due realtà ben distinte e poco comunicanti. C’è il mondo della scuola, che forma i ragazzi, il mondo dell’impresa, che li dovrà accogliere; il mondo del diritto del lavoro, della politica, che fa le norme per facilitare questo dialogo; e poi non ultimo, anzi prioritario, il desiderio dei giovani.
C’è però chi, come Donato Canzian, amministratore, insieme alla moglie, della Rigo Impianti di San Vendemiano, che si occupa di impiantistica nell’edilizia, vede ancora molte possibilità per riagganciare il binomio. “Il fatto che manchi in alcuni mestieri un reale rapporto tra l’istruzione e il mondo del lavoro non significa che non si possa ricreare. È questo che mi ha spinto a prendere come esempio, tra gli altri, la motor valley di Parma in particolare l’Istituto Gadda di Fornovo di Taro con la quale collaboriamo, e la Dallara di Varano” racconta spiegando il suo progetto.
Con la sua azienda Canzian ha voluto dare fiducia ai giovani creato un ponte che si ispira anche al modello tedesco, un modello in cui l’apprendista non è una figura da sminuire ma da valorizzare: “Ho avuto la possibilita’ di far fare a 22 ragazzi di quarta superiore un PCTO unico nel suo genere sia per il numero di ragazzi che per percorso formativo”.
L’azienda nel frattempo ha saputo reggere e svolgere le normali attività e ritmi grazie all’impegno di tutti i collaboratori. “Ci siamo occupati noi stessi del trasporto dei ragazzi nelle uscite e del trasporto degli stessi alla nostra azienda” spiega.
I ragazzi coinvolti dalla Rigo Impianti hanno avuto esperienza diretta di cosa significhi lavorare nei cantieri e quattro di loro hanno chiesto a fine progetto di poter lavorare con l’azienda, e dopo un colloquio sono stati assunti come operai, dimostrandosi all’altezza.
“È un tema delicato, stiamo riappassionando i giovani all’impiantistica di cantiere. Nello specifico durante questi 10 giorni abbiamo organizzato un percorso esplorativo con un programma molto vario: dalle lezioni con docenti di grandi aziende del settore, a visite in cantiere, oltre ad attività pratiche come saldobrasature, montaggio e avviamento condizionatori, quadri elettrici con attrezzature all’avanguardia fino al gemellaggio web con i ragazzi di Fornovo per uno scambio di esperienze”.
I 22 ragazzi hanno partecipato ad un corso sulla sicurezza ad alto rischio, così da renderli coscienti a 360 gradi di cosa significa lavorare nel mondo cantieristico. “Di riflesso questa è stata anche una risposta a tutti coloro, enti o singole persone, che criticano l’idea dell’alternanza scuola lavoro in quanto attività gratuita o dove lo studente è sfruttato o esposto a grandi rischi senza avere la formazione necessaria“.
L’idea di Canzian va oltre, per alcuni potrebbe essere visionaria, ma ha il potenziale per cambiare la visione dell’inserimento lavorativo così come lo conosciamo oggi, ovvero faticoso e poco remunerativo: “Bisognerebbe creare una rete tra le aziende e gli istituti scolastici per far capire il nostro lavoro così che gli studenti vengano indirizzati un po’ alla volta a quello di cui abbiamo bisogno, anche all’edilizia. E che non si tratti di un’attività di scorta o obbligata dalle circostanze ma che sia attrattiva sotto ogni punto di vista”.
Canzian evidenzia la mancanza di apprendistato di 1° livello nell’impiantistica, cosa che lascia molto pensare alle sorti di questo mestiere quando la generazione attuale andrà nella tanto agognata pensione. “Avremo un gap generazionale enorme perché abbiamo pochi giovani che si cimentano in queste attività. Il mio scopo è proprio avvicinarli da giovanissimi e mostrare loro che possono essere presto assunti senza per questo dover interrompere la scuola o fare interminabili gavette, portarsi a casa uno stipendio dignitoso e cominciare a pensare da adulti prima di molti loro coetanei, arrivando a 18, 20 anni con già un bagaglio sia operativo che economico di tutto rispetto“.
Canzian sta provando a coinvolgere i sindaci del territorio “perché dobbiamo lavorare a tutti i livelli sociali in modo da reindirizzare giovani, genitori ed insegnanti nelle scelte: non deve essere una cosa estemporanea ma sistematica”.
La scuola infatti, per come la intende l’imprenditore, deve essere una fucina di talenti per i settori tecnici ma per renderla una macchina perfettamente oliata è necessario rivedere il sistema sociale che considera “sfigato” chi si cimenta in questo genere di mestieri: “Ma voi avete provato a fare l’idraulico? Avete provato cosa vuol dire fare l’elettricista? È un mestiere che se non hai competenze di informatica o elettriche, elettroniche, di ergonomia, quel mestiere lì non sei in grado di farlo” dice Andrea Pontremioli, amministratore delegato e socio di Dallara Automobili, durante il meeting di Rimini svoltosi proprio su questo tema, ed è esattamente ciò su cui sta lavorando Donato Canzian con il suo progetto.
Portare cioè gli studenti a imparare anche fuori dai banchi di scuola, ribaltando il minaccioso concetto di “studia altrimenti vai a lavorare” e trasformandolo idealmente in un “Prof a cosa serve la scuola? Perché io in azienda sto imparando e magari mi voglio fermare lì a lavorare”. Per fare questo, in termini più concreti, dice Canzian, “Dobbiamo fare gruppo anche tra colleghi e competitor, ognuno poi si terrà la propria fetta di mercato ma le aziende del settore devono aiutare col proprio tempo e denaro la formazione dei ragazzi, ne va del nostro e del loro futuro“.
La speranza di Canzian ora è che il progetto possa proseguire con l’approdo all’apprendistato di primo livello. Lo prevede la legge italiana, dove i ragazzi lavorano e studiano: “Con i ragazzi che stanno oggi lavorando con noi, stiamo sperimentando un primo affidamento di 2 progetti da portare avanti anche durante il periodo scolastico, monitorando 2 grossi edifici che abbiamo in manutenzione, finalizzati al risparmio energetico, ed avranno su questo un ruolo principale perché lavoreranno anche sul campo per la loro costruzione. Penso che il nostro progetto stia dimostrando che si può fare, la scuola deve aprirsi senza timori perché i ragazzi aiutano su questo, e gli imprenditori devono mettersi in gioco in prima persona, solo così si può risolvere il problema“.
(Foto: Rigo Impianti).
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