C’è chi dice 5mila, chi dice 7mila, chi addirittura che fossero 10mila le persone presenti martedì sera 12 ottobre nell’ampia area insediamenti produttivi di Lovera in via Foresto sud.
“Pandemia: delirio o strategia?” è stato il tema dell’incontro organizzato dal comitato Riccardo Szumski che ha richiamato persone da tutto il Veneto, sollecitate a mantenere il distanziamento interpersonale durante tutta la durata dell’evento.
I relatori che hanno parlato di libertà, Green Pass e situazione attuale sono stati molteplici: dal blogger Massimo Mazzucco al docente Davide Lovat, all’avvocato Alberto Scudeller fino allo scrittore Leonardo Facco, oltre che naturalmente a Szumski.
Il responsabile del comitato, Fabio Padovan, ha aperto l’incontro dando la parola a Mazzucco, in collegamento video: “Con questa spinta esagerata alle vaccinazioni e con le reazioni avverse che stiamo registrando – ha affermato – molta gente si è accorta che il vaccino non è esattamente quello che si credeva. Il nuovo rischio ora è che diventi obbligatorio, e questa sarà la battaglia finale a cui andremo incontro. Il governo deve sapere che noi facenti parte del 20% che si oppone non ci convinceremo”.
A salire sul palco è stato poi Davide Lovat: “Dopo due anni di distopia kafkiana sono felice di vedere così tanta gente che ha acceso la mente. Se in questo momento non abbiamo le forze per vincere, abbiamo le forze per resistere con coraggio e fraternità. Da questa dittatura sanitaria potrebbe nascere un’iniziativa civica di solidarietà perché forse fra poco le cose potrebbero andare ancora peggio di così e dobbiamo essere pronti a sostenerci dal punto di vista legale e personale”.
“L’informazione mainstream gira la frittata – ha continuato Lovat – ho il diritto di avere un’opinione diversa senza venire emarginato”.
Si è parlato poi di ”teoria delle élites” per spiegare l’attuale situazione politica, e successivamente è tornato sul palco Leonardo Facco, già ospite dell’ultimo drive in a Santa Lucia, che ha esordito colorendo i toni della serata: “Sono un ex giornalista: dopo 30 anni da professionista ho strappato il tesserino perché non potevo appartenere a una categoria di infami”. I giornalisti, afferma, “non sono una categoria di informatori ma collaborazionisti in questo regime di m…a”.
Facco ha anche fatto duri accostamenti, paragonando la situazione odierna agli anni ‘30 in Italia e in Germania perché “Queste teste di c… hanno deciso che per vivere abbiamo bisogno di un lasciapassare”.
Anche un diciannovenne ha preso la parola, raccontando la propria esperienza di emarginato in quanto non in possesso di Green Pass: “I miei coetanei dicono che si vaccinano per proteggere i nonni e i parenti ma in verità lo fanno per andare in discoteca o mangiarsi un panino”.
Il giovane ha chiesto a Facco una soluzione per fermare il sistema di esclusione e la folla ha applaudito acclamando “Resisti!”, mentre Facco ha detto di informarsi e disobbedire: “È fondamentale disobbedire e boicottare quello che non è giusto. Il mio consiglio è di convincere gli altri e non piegarsi alla forza bruta che stanno usando contro di noi”.
Un’ovazione ha accolto finalmente l’intervento di Riccardo Szumski, che ha ringraziato tutti i presenti per il supporto e ha attaccato: “Lo scontro finale si è aperto: il Green pass ha l’obiettivo di limitare la nostra libertà e siamo arrivati all’assurdo: dobbiamo pagare per lavorare, non è accettabile. Questo è un sistema creato sapendo deliberatamente di mettere in difficoltà i cittadini: una cosa vergognosa su cui non c’è possibilità di retrocedere”.
“Dobbiamo resistere nei luoghi di lavoro per dare un primo segnale, dovete fare proselitismo, andare a casa senza paura in qualità di primi soldati di voi stessi coinvolgendo gli altri, è una questione di sopravvivenza! Se vi volete bene non dovete mollare e credere a quello che vi viene propinato da quella maledetta tv o dai giornali. Con pacatezza e con determinazione dobbiamo resistere e combattere tutti insieme”.
“Mi date una forza incredibile, ce la faremo!”, e tra i cori “Libertà, Libertà” e “Riccardo! Riccardo!” si è chiuso l’intervento del sindaco.
Per finire ha ripreso la parola Fabio Padovan, che ha affermato: “Non sappiamo come andrà a finire, se intendono processare o peggio Riccardo; se succedesse, noi faremo un presidio a oltranza a casa sua o davanti al suo ufficio. È disumano punire un uomo che ha dato se stesso agli altri”, incitando i presenti: “Zo’ le man da Riccardo!, Zo’ le man da Riccardo!”.
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