Il tanto discusso restauro di Palazzo Ancillotto a Santa Lucia di Piave non smette di far parlare di sè: dopo l’annuncio della destinazione (a museo della Piave) e dei primi interventi, sul mobilio originale e il tetto dell’edificio, sono state diffuse in queste ore le foto di alcuni dettagli fra cui il colore originale del palazzo e alcuni interni.
Dopo il muro del brolo esterno e il tetto, terminati entrambi lo scorso inizio giugno, il Comune aveva puntualmente reso note diverse “sorprese” emerse durante il restauro, fra cui lo stemma della famiglia Gradenigo (che concesse il titolo nobiliare agli Ancillotto) e diversi affreschi prima coperti da diversi strati di vernice; fra le novità diffuse dal Comune tramite la propria pagina facebook, anche l’immagine di uno scorcio del palazzo con il colore originale, ovvero verde veneto (anche detto veneziano), con cui sarà completato l’intero esterno del complesso.
“Al di là della soddisfazione per un amministrazione comunale che ha messo importanti risorse autonome dell’ente locale nonché la propria scommessa programmatica per l’acquisto e il recupero del più bell’edificio di Santa Lucia – ha spiegato il sindaco Riccardo Szumski – alla luce della avvilente tragicommedia che negli ultimi decenni dimostra lo Stato Italico di cui io, pur essendone cittadino, nutro con dati e fatti alla mano nessuna stima e speranza futura, qualche considerazione generale la voglio fare”.
“In un panorama così negativo – prosegue Szumski – e ricordiamo ad esempio le prese per i fondelli dei cittadini di Amatrice e dintorni a tre anni dal sisma, vi sono realtà decentrate che riescono a continuare ad esercitare un livello di governo locale più che decente, con iniziative di vario tipo che rivitalizzano le comunità tenendole unite ed attive in un quadro di deriva continua del senso del bene comune oramai solo enunciato verbalmente ma praticato per niente in concreto. Ho smesso da tempo di fare il tifoso di questa o quella forza politica, da quando mi sono accorto che se ragioni autonomamente pur in un contesto di pluralità di idee, vieni emarginato se non adori il capo di turno, rivelandosi poi questo l’autentico degrado della politica italiana, oramai in deriva senza ritorno”.
“Nella fattispecie noi recuperiamo uno spaccato della nostra storia locale durante la Serenissima di alto pregio – dichiara il sindaco – per restituirlo ad uso e godimento pubblico, in più ampio progetto di valorizzazione turistica ed ambientale del territorio in beata solitudine e determinazione, orgogliosi di essere quelli che preferiscono fare alle chiacchiere ad agli interessi politico-partitici in auge oggi, di ogni parte, ma sul quale, come su altri di enti analoghi, un’attenzione dei livelli superiori sarebbe di obbligo per affiancarlo e svilupparlo. Nulla pretendiamo ma vogliamo sottolinearlo pubblicamente”.
(Fonte: Thomas Zanchettin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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