Svelate ieri le opere di Riccardo Granzotto collocate a Palazzo Ancillotto: il convegno con Stefano Zecchi ed esperti conoscitori del Beato

Il Coro di Sottoselva ha aperto con due celestiali brani ieri sera, sabato 30 aprile, il convegno dedicato a Riccardo Granzotto, tenutosi a Palazzo Ancillotto a Santa Lucia di Piave: un convegno che ha voluto dare la giusta importanza al Beato santaluciese con lo scoprimento di ben 8 copie delle sue opere, che da oggi impreziosiranno il palazzo.

Non poteva essere che dedicata a fra Claudio la sala al piano terra di Palazzo Ancillotto. Palazzo impreziosito ora da 4 medaglioni e 4 busti che rappresentano alcuni cittadini e personaggi legati al territorio ritratto nel periodo laico del beato” ha affermato Giuseppe Munari, che ha moderato la serata.

Il convegno ha trattato sia la storia sia la parte artistica del beato, la sua cifra artistica infatti è stata approfondita dalla critica d’arte Lorena Gava e dalla curatrice del restauro del palazzo Susanna Maset. La parte spirituale invece ha avuto la sua spiegazione da padre Mario Favretto, guardiano del convento di Motta di Livenza.

Il noto professor Stefano Zecchi ha invece ricostruito il delicato rapporto tra arte e spiritualità dell’uomo.

“Abbiamo cercato di valorizzare la ricchezza del nostro paese: vogliamo recuperare quello che è stato Fra Claudio” ha affermato il sindaco Riccardo Szumski.

Innocente Soligon, in quanto autore del libro più importante del Beato (Ho incontrato Fra Claudio), in cui ha raccolto tutte le testimonianze delle persone che l’hanno conosciuto, è stato affiancato dall’insegnante Marilena Zanetti nel raccontare la sua vita, con numerosi aneddoti annessi: “No ste bestemar che ve more le pite” soleva dire, tra le altre cose, il Beato quando si trovava con amici.

Soligon ha ricordato alla platea, tanto numerosa da venire distribuita su due piani del palazzo, che il beato muore nell’agosto del 1947, proprio il giorno dell’Assunta, come aveva previsto. Nel 1994 è stato proclamato Beato da Papa Giovanni II per le opere eroiche e azioni miracolose, come la guarigione da un tumore all’occhio di un bambino.

Stefano Zecchi, grande esperto di estetica, ha indagato sul rapporto che eleva l’uomo ossia l’arte e la spiritualità: “Di questi tempi non è un tema di cui si parla spesso, oggi l’arte e la spiritualità non si incontrano più. Di fatto vedo molto attuale la frase di Fëdor Dostoevskij “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo”. Infatti secondo me il rapporto di spiritualità più che con l’arte è con la bellezza, in senso trascendentale”. Il bello è un gesto, come il gesto creativo di Dio. E cosa si avvicina, per l’uomo, al gesto creativo di Dio? Fare arte, fare bellezza”.

La scalata alla beatitudine di fra Claudio tende a superare la prima parte della vita, quella più artistica: “Luigi Voltolina è stato lo sculture veneziano che ha fatto il labor lime finale sulle copie delle opere di fra Claudio, che si è deciso di installare in questo luogo come decorazione del palazzo. Sono state riprodotte in pietra di Vicenza con procedura digitale e meccanica tra le più innovative. Sono opere che hanno un valore straordinario, bisogna capire che non sono di poco interesse solo in quanto copie. Qui parliamo di opere” racconta Lorena Gava.

Un’opera riesce quando sembra viva – ha detto la Gava – e le opere di Granzotto sono così, provengono da una formazione classica e Granzotto è capace di trasmettere emozioni e immediatezza alle proprie opere”.

“Abbiamo fatto una scelta e abbiamo selezionato alcune tra le sue produzioni giovanili – racconta Susanna Maset -, ci siamo impegnati insieme a Luigi Voltolina per capire come riprodurle: inizialmente l’idea era il bronzo, poi abbiamo scelto la pietra di Vicenza”.

L’obiettivo è stato preservare l’opera originale tramite uno scanner di ultima generazione per crearne un modello tridimensionale, ultimato proprio da Voltolina.

“Ora le opere di Granzotto sono finalmente tornate a casa – conclude Maset -, bentornate”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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