Vendite quote Asco, “Vivere Bene a Santa Lucia” accusa la giunta: danno plurimilionario irreparabile

Santa Lucia di Piave Luca Castellaz

Riceviamo da Luca Castellaz (nella foto),  capogruppo della lista consiliare “Vivere bene a Santa Lucia”, questo estratto del testo letto dal consigliere durante il consiglio comunale del 7 agosto scorso (punto all’ordine del giorno: recesso da Asco Holding Spa), e pubblichiamo:

“Il Comune di Santa Lucia di Piave, con una scelta che si è rivelata avventata e antieconomica e di cui pagheranno le conseguenze le future generazioni, due anni fa ha gettato alle ortiche 60 anni di storia e disperso un patrimonio che pazientemente era stato costruito dai precedenti amministratori con scelte lungimiranti che guardavano al progresso, all’ambiente, alla fornitura di servizi e ad una rendita importante per poter fare programmazione e per dare stabilità al bilancio comunale anche per gli anni a venire.

Durante il consiglio comunale del primo febbraio 2016, quello in cui si discuteva dell’alienazione delle quote, la maggioranza parlava, cito, di “occasione particolarmente ghiotta”, di “parecchi fattori positivi convergenti in questo periodo storico”, di “opportunità unica, perché gli astri”, cito ancora, “si sono posizionati tutti nel punto ideale” e qualcuno di voi affermava che “molto probabilmente i dividendi nei prossimi anni andranno a diminuirsi”.

Puntualmente le cose non sono andate in questo modo.

Proprio da questo banco il mio predecessore Riccardo Sossai, nel medesimo consiglio, aveva tentato in tutti i modi di persuadervi da tale vendita, anche suggerendo, saggiamente, di vendere la metà della partecipazione (l’eventuale errore sarebbe stato dimezzato), ma non c’è stato nulla da fare.

La vendita delle quote di Asco Holding, quindi, come ampiamente pronosticato da questa minoranza che forse non è riuscita a farsi ben sentire dai cittadini santalucesi che ancora non sanno, o non si rendono conto, del danno perpetrato alle casse del loro Comune e quindi a loro stessi e ai loro figli, è stata una mossa tanto infelice quanto inopportuna sotto tutti i profili, e lo dico non come presa di posizione politica o con spirito polemico, ma sono i fatti, anzi le cifre che parlano e che inchiodano questa amministrazione ad una responsabilità di cui prima o dopo dovrà rispondere.

Ricordo, solo a livello di cronaca, gli sforzi fatti dagli amministratori che ci hanno preceduto, prima per costituire i 34 comuni del Consorzio Bim Piave che è nato per favorire il progresso economico e sociale della nostra Provincia e che ha favorito la metanizzazione, e poi per mettere insieme gli oltre 90 Comuni che poco più di 20 anni fa hanno dato vita a quel colosso nel settore del gas che è diventata Ascopiave che è controllata per oltre il 60% da Asco Holding di cui facevamo fieramente parte con una quota sostanziosa del 2,2% e che ora ci vede marginalmente partecipi con lo 0,1%.

Illustro i dati perché ci si renda ben conto di quanto è avvenuto.

L’offerta che viene fatta dalla società Asco Holding ai soci che vogliono vendere le proprie azioni è, oggi, di 3,75 euro ad azione. Il Comune di Santa Lucia di Piave, se avesse mantenuto le sue quote, da una eventuale vendita, che comunque mi troverebbe contrario, in questo momento potrebbe incassare oltre 11 milioni di euro, cioè ben 4 milioni 500 mila euro in più di due anni fa. E con 4 milioni 500 mila euro in più in cassa voi immaginate cosa avrebbe potuto fare di più il Comune per i suoi cittadini: altro che Palazzo Ancillotto, avrebbe potuto comperare anche il castello di Conegliano e qualcos’altro ancora! 

Questi sono i fatti e queste sono le cifre di quanto il Comune di Santa Lucia di Piave ha perso in questi due anni.

Ma non è finita qui perché a tutto questo vanno aggiunti i dividendi che il Comune non incassa più per il 2,2 % di quote come altri Comuni soci storici, cito Susegana, Mareno, Cimadolmo, Maserada, Nervesa ed un’altra trentina di Comuni, ma incassa solo per lo 0,10%. Il che significa, senza guardare agli spiccioli, che in due anni, mentre i  Comuni che ho appena citato incassavano circa 400 mila euro all’anno per il 2015, 2016, 2017 più quasi altri 200 mila euro per un dividendo straordinario nel 2017 per un totale di poco meno di 1 milione 500 mila euro, significa che il Comune di Santa Lucia di Piave con la sua piccola quota ha incassato poco più di complessive 60 mila euro con una perdita secca per il Comune, rispetto alle altre realtà che ho citato, di oltre 1 milione 300 mila euro: una quantità di denaro enorme che avrebbe potuto soddisfare chissà quanti bisogni della nostra comunità, che avrebbe potuto dare sostegno a chissà quante famiglie e chissà quante altre cose avremmo potuto fare.

Vorrei che tutti i cittadini fossero informati di tutte queste opportunità perdute: stiamo parlando non di migliaia di euro ma di milioni e milioni di euro, circa 6 milioni di euro, soldi persi che non rivedremo mai più e, per quanto riguarda i sostanziosi dividendi che la società Asco Holding distribuisce ogni anno, che non percepiremo più in futuro.

Dicevate, nel 2016, che “le stelle si erano volte al meglio”. Forse era un’eclissi, signori, un oscuramento totale, un tramonto. A fronte di tutto questo, cosa direte ai cittadini santalucesi? Nulla, silenzio? Oppure che, all’epoca, sembrava che le stelle si fossero volte al meglio? O, ancora, che nel frattempo la congiunzione astrale ha subìto una deviazione, a causa di forze di attrazione non previste?

Spero che i consiglieri di maggioranza siano consapevoli di quello che è avvenuto, perché è veramente una cosa grave, molto grave, un danno per tutti. E non è affermando che comunque “con i soldi incassati si è fatto molto per il Comune” che si possono zittire i fatti, perché l’unica cosa certa è che invece si poteva fare molto di più, circa il doppio, di quello che si vorrebbe fare.

Ognuno risponde alla propria coscienza di quello che fa con le cose proprie, ma quando si opera nel pubblico penso che certi errori non andrebbero commessi, specialmente poi quando si vendono i gioielli di comunità, beni che non ci appartengono e che abbiamo ricevuto in eredità e che come tali andrebbero manipolati e preservati con cura, non dispersi per qualche velleità di un giorno. Lasciando, come si dice nel nostro Comune parlare, in braghe di tela chi ci succederà.

Ora il danno è ormai già stato fatto e non si può più rimediare, ma per le ragioni che ho appena detto, e per continuare a credere ad Asco Holding per motivi storici e finanziari, comunico il nostro voto contrario a esercitare il diritto di recesso confermando quindi l’attuale, anche se minima, partecipazione in Asco Holding Spa”.

Va detto che, alla luce di quanto sopra esposto, durante il consiglio comunale nessuno della maggioranza ha contestato i dati elencati; il sindaco, con un’imprevedibile e palese ammissione sulle cifre riportate, ha imbastito una risposta politica scarsamente convinto (questa volta egli ha contrapposto le “ciacoe” ai “fatti” indiscutibili); su esplicita richiesta del sottoscritto, l’assessore Ciullo ha improvvisato una “difesa d’ufficio” per nulla convincente, mentre il vice sindaco Luca Bellotto, che nel 2016 parlava di “opportunità unica, perché gli astri si sono posizionati tutti nel punto ideale”, – nonostante ripetute sollecitazioni e a domande specifiche – ha preferito trincerarsi dietro un assordante silenzio.

La verità è che i cittadini santalucesi, dalla vendita delle quote Asco Holding voluto da Szumski e Bellotto, hanno subìto un danno plurimilionario – irreparabile – e, se essi (i cittadini) fossero adeguatamente informati, è molto probabile che ne pretenderebbero fermamente le dimissioni.

Luca Castellaz

Capogruppo lista consiliare “Vivere bene a Santa Lucia”

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