È passata da qualche giorno la giornata della Memoria e si va verso quella del Ricordo: “Noi siamo la memoria che abbiamo e le responsabilità che ci assumiamo. Senza la memoria non esistiamo. E senza la responsabilità, forse, non meritiamo di esistere. Quello che è accaduto non può essere cancellato. Ma si può impedire che accada di nuovo”.
È stato questo il messaggio dei ragazzi del Consiglio comunale dei ragazzi di Sarmede, che in collaborazione con la locale biblioteca comunale, hanno realizzato un video di circa due minuti, con il quale hanno proposto una serie di riflessioni.
Un accattivante modo moderno realizzato dai giovanissimi per non dimenticare e ancora visibile. È possibile vedere il loro lavoro sul profilo Facebook del sindaco Larry Pizzol: “Li ringraziamo con tutto il cuore – annota il primo cittadino – per aver preso l’iniziativa per la realizzazione di questo messaggio. Le loro parole e il loro impegno sono fonte di sicurezza per il domani, il mondo deve assolutamente continuare a ricordare affinché certe atrocità non si ripetano”. E per non dimenticare la biblioteca ed i ragazzi propongono di leggere dei libri e di guardare dei film e delle testimonianze.
Anche i Comuni di Cordignano e di Orsago, attraverso le rispettive biblioteche comunali, in occasione della Giornata della Memoria, hanno proposto ai propri cittadini lo spettacolo “Il volo di Sara”, venerdì scorso 29 gennaio, a cura di Carlo Corsini e Simone Carnielli.
Si è trattato di un evento on-line su piattaforma Youtube che ha evidenziato la tragedia della Shoah e la forza e il desiderio di vita da parte dei protagonisti che l’hanno vissuta, attraverso la lettura di alcuni libri accompagnata dalle illustrazioni degli stessi.
Il Comune e la biblioteca di Godega hanno invitato i propri concittadini a ripercorrere la testimonianza di Liliana Segre: “Caricati su un camion attraversammo una Milano deserta e, arrivati alla Stazione Centrale, nei sotterranei trovammo pronto per noi un treno merci. Il viaggio durò una settimana. Furono gli ultimi giorni della mia vita con mio papà. All’alba del 6 febbraio 1944 il treno si fermò: era Auschwitz… Fine corsa! La massa dei nuovi arrivati, scesa dai vagoni, in un attimo furono divisi gli uomini dalle donne e lasciai per sempre la mano del mio papà. Non sapevo che non l’avrei più rivisto”.
(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto: Ccr Sarmede).
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