Fare il sindaco non è mestiere per tutti, richiede un impegno quasi non stop, dedizione, pazienza, amore e rispetto per i propri cittadini. Essere donna lavoratrice, mamma e giovane sindaco alla prima esperienza è una scelta di vita ancora più impegnativa ma, sicuramente, molto stimolante.
Gloria Paulon, primo cittadino di Segusino, ne è un esempio. Qdpnews.it ha voluto intervistarla in occasione del terzo anniversario del suo primo mandato da sindaco.
Non bilanci economici, scelte politiche e opere pubbliche realizzate, ma un’intervista alla donna Gloria: una persona dal carattere riservato, ma anche molto determinata, dai tanti obiettivi e interessi, con un grande amore per il suo paese in ogni sua sfaccettatura.
Com’è cambiata la sua vita da quando è diventata sindaco? Come riesce a conciliare le “tre Glorie”: sindaco, lavoratrice e mamma?
L’opportunità di fare il sindaco è arrivata davvero inaspettata e, all’inizio, le titubanze erano dovute principalmente al fatto che un ruolo così in vista cozzava molto con il mio carattere riservato. Devo dire, però, che quest’esperienza mi sta insegnando davvero molto, oltre che a “smussare” gli spigoli del mio carattere. Insomma, è stata un’opportunità di crescita.
Essere mamma, anche se di una sola bambina, forse un po’ complica le cose, ma non sono mai stata una donna casa-lavoro, ho sempre fatto molte cose contemporaneamente, ho tanti interessi e mi sono sempre dedicata a più ambiti, se non avessi fatto il sindaco avrei fatto qualcos’altro di altrettanto stimolante. Certamente la flessibilità e l’aiuto della mia famiglia sono davvero importanti, anche se devo dire che, fin da subito, ho deciso di impormi del tempo fisso da dedicare alla mia famiglia e ai miei interessi, perchè sono convinta che ciò che conta è la qualità, non la quantità di tempo che si dedica ai propri affetti e alle proprie passioni.
Per quanto riguarda il lavoro, ho il vantaggio di lavorore nell’azienda di famiglia, cerco di non mancare mai, anche se non devo timbrare il cartellino in maniera rigorosa. Il mio lavoro non ha orari e posso farlo anche da casa, lavoro alla sera anche tardi o altre volte sono fuori con i clienti. Tutta la mia giornata lavorativa è quindi suddivisa tra azienda e Comune. Ho sempre cercato di essere attiva e di metterli alla prova nella vita, per questo non è un peso il doppio lavoro.
La “responsabilità” di essere il primo sindaco donna di Segusino è stata impegnativa?
E’ più l’idea di essere la prima donna, fa piacere ma nella quotidianità non cambia nulla e non la sento come una penalizzazione. Preferisco che una donna si guadagni qualcosa per meriti che per obbligo di legge. Credo, infatti, che sia più qualificante per noi donne avere incarichi come questo.
Dal punto di vista umano cosa significa essere sindaco di un piccolo Comune dove tutti si conoscono?
Si può pensare che fare il sindaco in un Comune piccolo sia più semplice, in realtà non è così per almeno due motivi. In primo luogo, in un Comune piccolo non ci si può permettere di fare solo il sindaco, anche per questioni economiche, e quindi si ha sempre la testa divisa in due, tra Comune e lavoro. Il secondo motivo è che una comunità piccola come Segusino non ti consente di avere filtri, ci sei tu e tutti vengono da te per qualsiasi cosa perchè sei il sindaco. Nei comuni maggiori è possibile delegare delle funzione ad assessori e funzionali comunali, in un paese piccolo ciò non avviene, è una questione di diversa mentalità.
Rispondere anche emotivamente alle persone, secondo me, è la cosa più difficile, non tanto perchè tema i carichi di lavoro, sono sempre stata abituata a studiare e lavorare contemporaneamente, ma perchè sei il punto di riferimento e non è semplice scindere emotivamente il tuo doppio ruolo di cittadino e di sindaco.
Qual è, a suo parere, il “segreto” per essere un bravo sindaco?
La vera virtù che un sindaco deve avere è solo una: tanta pazienza. E in ciò credo che questa esperienza mi stia insegnando tanto.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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