“Far di cognome Coppe o Stramare è un indubbio marchio di “segusinità” – scrive Mariano Lio nella fresca pubblicazione “Un luogo detto Stramare” -, esempio di quando nome e luogo arrivano a scambiarsi i ruoli. D’altronde è la gente che fa un paese e così succede spesso che gente e paese se lo prestino vicendevolmente. Questo è accaduto proprio nel villaggio segusinese dove un gruppo di famiglie erano pressoché tutte Stramare, abitavano a Stramare, in via Stramare!”.
Stramare è la fenice dell’Alta Marca Trevigiana: case in sassi bianchi vecchie e disabitate fino a una decina di anni fa, oggi sono diventate un punto di riferimento per chi risale la Valle dei Mulini e il vitale torrente Riù, non più soltanto Paradiso dei cosiddetti “veneziani” ma un luogo dove chiunque può trovare la pace nel villaggio delle piccole cose.
Ieri, domenica 27 settembre, il borgo di San Valentino, protettore degli epilettici e in versione moderna degli innamorati, ha accolto ancora una volta i sempre maggiori “ammalati di Stramarite”.
Una malattia che fa sorridere e che ieri ha “contagiato” tante belle persone nel corso di una manifestazione semplice, quale l’inaugurazione di una nuova insegna muraria in apertura del paese, ma fondamentale per l’importanza del lavoro decennale che c’è alle spalle.
Un evento che ha voluto far conoscere e valorizzare al meglio la particolare toponomastica del villaggio fondato nel 1600 da due fratelli istriani: due carbonai che hanno dato vita ai ceppi fondatori dell’ormai grandissima “famiglia” degli Stramare, diffusa a Segusino, Valdobbiadene, in Italia e perfino in Messico, a Chipilo, anche se molti sognano ci sia in ogni parte del mondo.
Loro sono i discendenti dei due fratelli istriani che hanno dato vita ai primi due ceppi familiari: i Fior, residenti nella parte alta del borgo, e i Stefenon, nella parte bassa.
Due uomini che il gruppo spontaneo “amareSTRamare” ha voluto “risvegliare dalla polvere del tempo” avviando una ricerca sui toponimi locali, affinché non sia mai più perduta. Una ricerca che ieri, domenica 27 settembre, ha permesso di aprire le porte a una nuova storia di sempre più diffusa curiosità, forse anche troppa secondo alcuni.
Ieri è stata inaugurata l’indicazione di località “Stramare di Segusino, Alt. 401 metri s.l.m.”, che è stata realizzata dall’artista valdobbiadenese Aldo Rebuli dopo una ricerca cartografica e altimetrica che non ha lasciato nulla al caso, “scomodando” ricercatori universitari di un certo calibro innamorati di Stramare e guidati da Danilo Gasparini, lo storico dal sigaro sempre in bocca che calca spesso il palco televisivo di Geo&Geo.
Il lavoro sui toponimi è partito nel lontano 2011 grazie all’infinito amore di conoscenza di Mariano Lio, che, in quell’anno, ha portato ai primi due risultati mirati a valorizzare una storia che non poteva essere cancellata dal prepotente avvento della modernità.
Dopo una proposta di iniziativa privata, alias Mariano e amareSTRamare, la Giunta comunale di Segusino ha prima cambiato la classica numerazione civica in lamierino con una nuova realizzata in circa 65 unità abitative secondo l’antica modalità della stesura di un riquadro di intonaco a calce e la pittura del numero su di esso. In seguito, nello stesso anno, sono state sostituite le intitolazioni della due strade principali del borgo: da vie II Giugno e IV Novembre a strade dei Fior e dei Stefenon.
Ospiti illustri di ieri i professori Danilo Gasparini, ormai affezionato abitué di Stramare, e il professor Massimo Rossi, docente di Cartografia all’università Iuav di Venezia e membro della prestigiosa Fondazione Benetton.
Entrambi molto entusiasti di un’iniziativa così originale per un piccolo borgo al confine tra le province di Belluno e Treviso, scelte coraggiose che hanno molto apprezzato e che sperano siano da esempio a livello nazionale.
Seppur con un’agenda ricca d’impegni, non ha voluto mancare Carolina Stramare, Miss Italia 2019 originaria di Valdobbiadene, che ha inviato un messaggio di saluto ad amici e familiari provenienti da Stramare, sempre nel suo cuore.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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