Una serata di musiche natalizie e di memoria popolare che è stata indetta tre anni fa dal coro di Stramare con l’obiettivo di creare un appuntamento annuale che metta in luce singole vicende umane o biografie in cui il talento e la volontà si sono espressi nel campo artistico, sociale e dell’imprenditoria.
“Abbiamo pensato di accendere i riflettori sulla realtà di Chipilo – ha spiegato Daniele Facchin, presidente del coro di Stramare – perché tutta la regione di Puebla è stata interessata da un violento terremoto lo scorso settembre. Si distruggono le case ma non le radici, così questa piccola comunità ha saputo e fortemente voluto mantenere una traccia del paese d’origine attraverso lo strumento più potente: la lingua“.
Cercavano l’America, trovarono un paesaggio fatto di piccole alture e altipiani, aspro come quello che avevano lasciato. Così nel 1882 cinquanta famiglie partite da Segusino attraversarono l’oceano Atlantico in cerca di fortuna e, nel cuore montuoso del Messico, nella provincia di Puebla, costruirono un Veneto in miniatura.
Oggi a Chipilo, paese gemellato con Segusino dal 1982, vivono circa tremila persone e il messicano si parla poco. La lingua corrente è lo s-cèch, un dialetto aspro e tronco che è rimasto uguale a quello esportato alla fine dell’Ottocento. Anche la gente di Chipilo non è cambiata. Tre i caratteri identitari dei Chipileni: la produzione dell’antico formaggio s-cèch, le radicate tradizioni venete e un mobilificio di successo che fabbrica copie di mobili antichi, esportati in cinquanta nazioni, e che, guarda caso, si chiama proprio “Segusino”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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