Segusino e Pieve di Soligo ricordano il comandante partigiano Marino Zanella nel 75° anniversario dall’uccisione

Venerdì 26 gennaio 1945, cimitero di Pieve di Soligo, 75 anni fa: il battaglione “Sagittario” della Decima Mas uccide Marino Zanella (Amedeo), comandante della brigata Garibaldi “Giuseppe Mazzini”, e altri cinque partigiani.

La settimana prossima la figura del segusinese Zanella sarà ricordata da due eventi pubblici: venerdì 24 gennaio a Segusino, alle 20.30, con una conferenza in sala Zancaner dello storico Daniele Ceschin e, come di consueto, domenica 26 gennaio alle 11.30 nel cimitero pievigino di Pieve di Soligo. Entrambi saranno organizzati dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) provinciale e dai due Comuni.

È una novità rispetto a molti anni di silenzi e di scarsa partecipazione a queste cerimonie dell’Anpi. Per quali motivi quest’anno la strage fascista del 26 gennaio 1945 sarà commemorata in modo inedito?

Forse per due ragioni: la non chiara dinamica dell’arresto di Marino Zanella, leader della “Mazzini” che operava da Segusino a Miane e nel Quartier del Piave fino a Susegana, e perché i responsabili fascisti rimasero impuniti.

La notte del 24 e 25 gennaio 1945 i sei partigiani furono arrestati tra Miane e Follina da militi della Decima Mas di Pieve di Soligo, probabilmente in seguito alla soffiata di una spia chiamata “l’Americana”.

cimitero pieve

Gli altri cinque partigiani erano Antonio Bortolini, 23enne di Miane, Salvatore Pontieri, 22enne di Crotone, Giovanni Possamai, 22 anni di Mura di Cison, Leone Sasso, 51enne di Cison, e Maurizio Violini, carabiniere di Valmareno di Follina.

Condotti nelle carceri pievigine, in municipio, furono torturati a lungo sino a quando i fascisti scoprirono di avere tra le mani uno dei più ricercati antifascisti del Veneto. Era Marino Zanella, nato a Segusino nel 1908, protagonista nella guerra civile spagnola e convinto comunista al quale il Pci regionale aveva affidato l’incarico di organizzare la Resistenza nella provincia di Treviso.

La mattina del 26 gennaio 1945 i sei partigiani furono fucilati nel muro esterno dell’attuale cimitero, dalla parte opposta dell’ingresso principale. Li doveva attendere un destino senza gloria e senza onore; ciò, in parte, non accadde.

Se l’arciprete di Pieve di Soligo non si fosse opposto alla volontà fascista, i sei cadaveri sarebbero stati gettati in una fossa comune, ma i militari fascisti giudicati responsabili della strage furono assolti tra il 1948 e il 1953.

Un 75° anniversario, quello di domenica 26 gennaio 2020, che molti – in particolare la famiglia – sperano possa mettere davvero in giusta luce la figura di Marino Zanella: un uomo famoso nei libri di storia regionali e nazionali, dimenticato dai più nel territorio e nel Comune per i quali diede la vita.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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