Marco Paolini fa il tutto esaurito a Stramare, partenza eccezionale per il festival “La giusta distanza”: “Qui ci si sente accolti da un’intera comunità”

Ripartenza? No, grazie. A Stramare, piccola chicca tra Segusino centro e Milies, gli applausi dello scorso anno non si sono mai fermati e il tempo sospeso dal virus non si è vissuto.

Follia? Assolutamente no. Il borgo seicentesco fondato dalle famiglie Fior e Stefenon ieri sera, sabato 26 giugno, irradiava di luce propria, la luce dell’amore per la cultura e per il teatro in particolare grazie alla prima serata del festival itinerante “La giusta distanza”, ideato e diretto da Mirko Artuso e Teatro del Pane.

Poi se questa luce propria viene impreziosita dalla prima nazionale del nuovo spettacolo di Marco Paolini, che sceglie di esibirsi sul palcoscenico naturale di Stramare tra il suono soave del torrente Riù, un fresco venticello estivo e il profumo che solo il bosco e un prato appena falciato sanno trasmettere il gioco è fatto.

Stramare ieri sera ha accolto 200 persone e l’emozione era tanta, un anfiteatro naturale che ha riportato alla memoria quando, il 9 ottobre 1997, un giovane Marco Paolini si esibì in diretta sulla Rai nella valle dilaniata del Vajont.

Ieri sera Paolini ha portato in scena una nuova orazione civile, più pacata, tra risate e pause di riflessione. Sempre di natura violata si è parlato, di uomini di scienza e uomini di fatica, di lavoro manuale al tempo del digitale e, nella parte finale, di educazione alla civiltà in progressivo declino.

Piccole storie in cui il desiderio di onnipotenza dell’uomo, che tutto tende a dominare, tutto vuole far passare sotto silenzio o oscurare con parole denigratorie chi oggi (davvero pochi) combatte e denuncia in tanti modi le ferite che ogni giorno provochiamo al nostro pianeta e, quindi, a noi stessi.

Un’orazione civile che ha letteralmente incollato al palcoscenico e al protagonista della serata tanti spettatori provenienti anche da fuori provincia e regione.

Il curatore del festival, Mirko Artuso, ha così illustrato questa seconda edizione: “Ho pensato di lavorare sul genius loci, la genialità dei luoghi, e sulle persone che vivono questo territorio. Siamo partiti con un progetto di cinema comunitario, poi abbiamo realizzato qui a Stramare delle installazioni sonore che hanno ricostruito i suoni della vecchia scuola e della chiesa, della vita nel borgo e nel bosco”.

“È un festival itinerante tra Stramare, Segusino e Milies che vuole raccontare un territorio ma, al tempo stesso, far sì che dialoghi anche con il mondo – ha precisato Artuso -, tanto che avremo anche un collegamento con il paese messicano di Chipilo, fondato da emigranti segusinesi. Tutto questo secondo me serve a raccontare la genialità dei luoghi e fare in modo che ci sia un dialogo molto stretto tra gli artisti, le opere che propongono e il territorio in cui si esibiranno“.

Un’attenzione ad originali particolari che non è sfuggita a Marco Paolini: “Sono contento di essere qui a Stramare perché Mirko Artuso è stato uno dei primi ad avere il coraggio di dire ‘Beh, io vorrei comunque fare qualche cosa’ e si è mosso per tempo”.

Non sono i grandi teatri pubblici ad essere ripartiti subito – ha concluso l’attore bellunese – ma delle persone che in qualche maniera hanno fretta e una ragione più profonda, che qui si intuisce in tutto il modo di approcciarsi, in come si accolgono le persone insieme ai vicini di casa, qui a Stramare ci si sente accolti da un’intera comunità“.

“È un grandissimo onore per Segusino ospitare il primo spettacolo di Marco Paolini dopo la chiusura, una serata che ha un significato importante di ripresa e di ripartenza – ha affermato il sindaco Gloria Paulon -. Non posso che essere contenta e ringraziare il Teatro del Pane, Mirko Artuso e tutti coloro che hanno lavorato intensamente per realizzare questo festival così importante. Dopo l’esperimento molto positivo e il successo dello scorso anno, abbiamo pensato di coinvolgere tutto il paese per consentire agli spettatori di poter apprezzare a pieno tutto il territorio comunale”.

La rassegna prosegue oggi alle 19, sempre a Stramare, con il regista Antonio Padovan, autore di “Finché c’è prosecco c’è speranza” e con Michela Canova di No Plastic Girls. A seguire la proiezione del nuovo film “Il grande passo” con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, regia di Antonio Padovan.

Venerdì 2 luglio, invece, ci si sposterà a Milies per una giornata interamente dedicata alla poesia, che si aprirà, alle 19, con Luciano Cecchinel, vincitore del Premio Viareggio per la poesia e tra le più rinomate voci poetiche dialettali.

Il festival vede la partnership di tanti sostenitori, in particolare Antonio Carraro spa (un trattore infatti il mezzo di trasporto ufficiale) e Bortolin Angelo Spumanti.

Il nostro patrimonio è l’umanità: questo è il nostro slogan, questo è il nostro valore fondante ed il motivo per cui sosteniamo il festival “La Giusta Distanza” – ha spiegato Desiderio Bortolin subito dopo il brindisi inaugurale -. Il nostro vino, proprio come questa rassegna, racconta storie umane di passione, di fatica, di amore per il territorio e per la comunità”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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