Grave infortuni per un lavoratore nel 2017: l’uomo era caduto da un ponteggio (nella foto), risultato irregolare e pericoloso, in un cantiere di Farra di Soligo riportando gravi lesioni.
L’impresa per la quale lavorava l’ha risarcito, la principale affidataria dell’intervento edilizio, invece, pur a fronte delle stesse imputazioni, non vuole saperne: il titolare preferisce affrontare il processo costringendo il lavoratore a costituirsi parte civile.
Si è tenuta lunedì 14 settembre 2020, in Tribunale a Treviso, la prima udienza del procedimento penale per l’ennesimo incidente in un cantiere, dove la vittima, un elettricista oggi 55enne di Sernaglia della Battaglia, per essere assistito e risarcito ha dovuto procedere per vie legali.
L’addetto, regolarmente impiegato in un’impresa coneglianese di elettro-impianti, si trovava al primo piano di un ponteggio quando è caduto a terra da oltre due metri di altezza procurandosi un trauma cranico: trasportato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, è rimasto tre settimane, di cui due in coma farmacologico, in terapia intensiva, e quindi è stato ricoverato per un altro mese nel reparto di Medicina fisica e riabilitativa per la lunga riabilitazione. È potuto tornare al lavoro solo dopo tre mesi e mezzo. Ancora oggi soffre di sindrome post-traumatica e non ricorda nulla dell’incidente occorso: gli è residuata un’invalidità permanente di almeno il 10 per cento.
Il Pubblico Ministero della Procura di Treviso ha aperto un procedimento penale per il reato di lesioni personali colpose gravissime con l’aggravante di essere stato commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e ha iscritto nel registro degli indagati sia il datore di lavoro dell’elettricista sia il legale rappresentante dell’impresa di costruzione, pure questa di Conegliano, affidataria delle opere edili del cantiere incriminato.
Gli accertamenti hanno evidenziato palesi irregolarità nella costruzione del ponteggio dove l’elettricista stava operando.
Il Pm ha contestato ai due indagati, in modo particolare, di non aver predisposto a regola d’arte il ponteggio e di non aver verificato l’applicazione delle disposizioni e delle prescrizioni del piano di sicurezza.
Ma mentre il primo ha risarcito per la sua parte il danno subito dal proprio dipendente, stimato in 33mila euro complessivi, e ha chiesto la messa alla prova, il secondo, G. R., 45 anni, di Mareno di Piave, non ha riscontrato la richiesta di coperture assicurative e, nonostante le conclusioni dello Spisal e il rinvio a giudizio, ha deciso di andare a processo e senza chiedere riti alternativi.
Così il lavoratore infortunato si è anche dovuto costituire parte civile e dovrà aspettare ancora dei mesi per ottenere quanto gli spetta: il dibattimento è stato rinviato al 18 febbraio 2021 per acquisire le prime testimonianze.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Studio 3A).
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