“Corri Andrea…corri per i sentieri del paradiso”: l’ultimo abbraccio di Sernaglia ad Andrea Simeon. Il parroco: “Lui vive in ognuno di noi”

Questa mattina nella chiesa arcipretale di Sernaglia della Battaglia familiari, parenti e amici hanno salutato per l’ultima volta Andrea Simeon, il 26enne sernagliese che ha perso la vita domenica 30 ottobre nella pista di motocross “Tazio Nuvolari” di Mantova, dove era in corso il Campionato Regionale Nord Est (leggi l’articolo).

In questi giorni di dolore tante persone si sono strette attorno a mamma Susanna, a papà Remo, alla fidanzata Silvia, alla nonna, agli zii, ai cugini, ai parenti e a tutte le persone che soffrono per questa morte difficile da accettare.

Andrea era molto conosciuto a Sernaglia e in altre comunità dell’Alta Marca Trevigiana, dove molti giovani lo hanno ricordato con post e messaggi pubblicati nei social.

“Mi hanno colpito molto le parole che hanno accompagnato l’annuncio dell’improvvisa e inaspettata morte di Andrea – ha detto il parroco don Mirko Dalla Torre nell’omelia -: ‘Ricordatevi la vita che ho cominciato, e non quella che ho finito’. In questo momento, penso che questa frase costituisca per tutti noi un impegno a riflettere e a pregare, noi che ancora siamo sconvolti e disorientati per la dipartita di questo giovane fratello. Solo il silenzio, le lacrime, lo sconforto e la tristezza possono esprimere i sentimenti di dolore e di angoscia per la perdita improvvisa e inaspettata di Andrea e possiamo solamente balbettare ‘povere parole umane’ di conforto alla mamma Susanna, al papà Remo e a Silvia”.

“Ora – continua -, non può esisterci altro che il sentimento del turbamento a partire da noi adulti per finire con voi, cari giovani amici di Andrea, che oggi dovete fare i conti con la realtà più misteriosa e angosciante per l’essere umano: la morte! Voglio immaginare che se Andrea potesse parlare in questo momento, userebbe le parole di una famosa canzone di Vasco Rossi a voi senz’altro nota: ‘Voglio trovare un senso a questa vita perché questa vita un senso non ce l’ha’. Una morte così incomprensibile fa sorgere in ognuno la domanda se la vita abbia un senso”.

Il parroco di Sernaglia della Battaglia ha sottolineato che la morte di Andrea deve insegnare a vivere nel segno dell’amore, “perché l’amore è l’unica cosa più forte della morte”.

“Ecco il senso della vita: amare! – prosegue – Andrea continuerà a vivere se continuerà ad essere amato in ciò che è stato e in ciò che ha fatto. Continuerà a vivere in te Susy e in te Remo che per Andrea siete stati genitori eccezionali; continuerà a vivere in te Silvia, per quello che è stato per te in questi pochi mesi nei quali iniziavate ad aprirvi alla vita insieme con quei tanti sì che si sanno dire nel fidanzamento. Ma a tutti noi la morte di Andrea deve aiutarci a dare un senso alla nostra vita e deve ricordarci che essa non è nostra, non ne possiamo disporre il tempo, né tanto meno possiamo deciderne la fine. La vita ci è data in dono e ci verrà richiesta”.

“Domenica scorsa – continua -, in quell’ultima sua gara e in tutte le gare, Andrea ha dato e dava il meglio di sé. Anche noi dobbiamo dare il meglio di noi stessi in questa vita terrena, ogni giorno, ogni momento. Anche noi dobbiamo sforzarci di vincere le nostre resistenze, i nostri egoismi per avere una vita vincente. So che in questo momento ciascuno di voi si chiederà come possa essere buono Dio se permette simili cose. Forse però ci siamo dimenticati che la vita che abbiamo in dono è fragile e che, come un fiore, può appassire da un momento all’altro”.

“Andrea vive in ognuno di noi – conclude – Ora è velato ai nostri occhi, ma c’è ed è presente in tutto quello che ha amato e ci ha lasciato. Andrea è stato, è e sarà ancora un dono per Remo, per Susy, per Silvia e per tutti noi che l’abbiamo conosciuto. Le lacrime che oggi riempiono i nostri occhi devono lasciare posto alla speranza che è nutrita dalla consapevolezza che il Dio in cui crediamo è il Dio dei vivi che ci ha creati per la vita vera, quella vita che viviamo con l’Eterno, in questa esistenza terrena, in attesa di quella eterna. Oggi si chiude la parentesi di questa vita terrena di Andrea, ma se ne apre una nuova dove un giorno ci ritroveremo tutti ed è quella dell’amore di Dio dal quale niente ci separerà. Corri Andrea…corri per i sentieri del paradiso, perché per te ora c’è Dio, solo Dio e nient’altro che Dio”.

Andrea si era laureato in Ingegneria all’Università degli Studi di Trento e stava lavorando proprio nel capoluogo trentino.

Grande appassionato di moto, a 11 anni era entrato nel Motoclub “Tre Pini” di Montebelluna ma non aveva mai trascurato gli studi: l’amministrazione comunale di Sernaglia della Battaglia lo aveva premiato dopo l’ottimo risultato ottenuto all’esame di maturità all’Isiss “Giuseppe Verdi” di Valdobbiadene.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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