Federica Carrer è una dottoressa in Psicologia specializzata nel pre- e perinatale che da sempre si occupa di accompagnare le famiglie durante la gravidanza e la prima infanzia, lavorando per il benessere dei bambinз attraverso il sostegno ai loro genitori. In questo intervento ci fornirà indicazioni e suggerimenti utili.
Premessa
In questo articolo utilizzo il carattere ə come scelta stilistica per rendere la scrittura inclusiva, rappresentando sia il maschile che il femminile (ad esempio, “bambinə” include bambini e bambine, “genitorə” include mamme e papà). Questa scelta ha l’obiettivo di favorire un linguaggio rispettoso e accogliente per tuttə.
Immagina di essere immersǝ in una piscina termale, da sempre. E’ il grembo della tua mamma.
Luci e suoni sono completamente ovattati, l’ambiente ti culla piacevolmente e senza sosta.
Le tue giornate sono scandite dal battito del cuore della tua mamma, dal ritmo del suo respiro, dalla sua voce che ti vibra dentro come una carezza e ti accompagna verso un sonno sereno.
Tu non lo sai, ma i vostri corpi lavorano in sinergia per prepararsi al parto, il momento in cui finalmente lei potrà guardarti negli occhi e tenerti fra le braccia.
Probabilmente tu sarai troppo frastornatǝ per capire cosa sta accadendo, però lei si ricorderà quel giorno per tutta la vita. E anche tu, dentro di te ne custodirai la preziosa memoria, senza saperlo.
Ma facciamo un passo indietro, torniamo alla piscina termale.
Un poco alla volta inizi a sentirti sempre più strettǝ. Senti che qualcosa cambierà.
E così un giorno succede, per te e la tua mamma inizia il viaggio.
Tu sei lì, tranquillǝ…l’abbraccio che ti contiene inizia a massaggiarti in maniera diversa dal solito, più vigorosa. Poco alla volta ti senti sospintǝ verso il basso.
Delle onde sempre più ravvicinate e intense ti fanno scendere, ancora un po’ più giù.
Ad un certo punto ti accorgi che, piano piano, il liquido in cui sei immersǝ inizia a diminuire.
E il tuo corpo viene compresso, il passaggio è stretto: è faticoso muoversi, non senti più il morbido abbraccio che ti ha accompagnatǝ per tutta la tua vita.
Fa paura, è qualcosa che non conosci e non hai mai provato, non è così tanto piacevole a dire la verità…ed è davvero stretto! Ma anche necessario per aiutarti a entrare in contatto con il tuo corpo e prepararti a respirare per la prima volta.
Questo intenso viaggio è impegnativo per entrambə, richiede fiducia e coraggio. Eppure, insieme, ce la farete.
Ti lasci andare. Ti fidi della tua mamma e dei vostri corpi che vi guidano. Non siete solǝ. Siete insieme in questa danza così potente, siete insieme a cavalcare queste onde.
Chi sta accanto alla tua mamma facendola sentire protetta e al sicuro, vi aiuta a vivere questo momento così fondamentale senza dovervi preoccupare di null’altro che dei vostri corpi mentre fanno ciò che sanno fare.
E poi, inaspettata, la luce. Tanta!
Non capisci bene cosa sta succedendo: all’improvviso voci, suoni, rumori…tutto è amplificato. Qualcunǝ dice “dai che è uscita la testa!”. Sembrano felici.
Tu non capisci. Non riconosci più nulla di quello a cui eri abituatǝ.
Poi con un’ultima onda ti senti scivolare fuori dal corpo della tua mamma.
A questo punto le voci sono ancora più festose.
La confusione aumenta, ti senti sollevare nel vuoto, fa freddo, c’è luce…e in tutto questo c’è stato anche il tuo primo, faticoso respiro. Tutto all’improvviso.
E ti senti pesante! Ma come…fino a poco fa, immersǝ nel liquido amniotico potevi muoverti, giocare con il cordone, succhiarti il pollice per consolarti…e ora non riesci più a fare nulla, perfino raddrizzare la testa è un’impresa.
Sul tuo corpo ogni cosa è nuova, travolgente.
Ma ecco che finalmente ritrovi qualcosa di familiare.
Ti appoggiano su una superficie morbida e calda. Riconosci il battito del cuore, il ritmo del respiro. Il suo odore è un profumo familiare che ti fa sentire protettə. Il suo calore ti aiuta a regolare la tua temperatura corporea.
E’ lei, la tua mamma!
Le sue mani ti abbracciano, ti accarezzano, ti sussurrano parole dolci con la voce rotta per la commozione.
E’ complicato capirci qualcosa, è tutto così diverso da ciò che conosci…
Però un po’ alla volta inizi a distinguere anche qualcos’altro…una voce che hai imparato a conoscere negli ultimi mesi. Ecco, ora arriva anche il suo tocco.
Anche questo hai imparato a conoscerlo…ma adesso è diverso, tutto è “di più”.
Prima le carezze erano delicate vibrazioni…ora sono mani calde che ti toccano piano, tanto emozionate e anche un po’ impacciate.
E’ difficile affrontare questo cambiamento così improvviso, ma ci sono loro.
C’è la tua mamma, che è Casa, ciò che hai conosciuto finora e che ti fa sentire al sicuro.
Ti senti parte di lei e con lei stai bene.
E c’è l’altra voce, le sue mani calde, che pure ti hanno accompagnato in questi mesi.
Sei arrivatə in questo mondo.
E con loro, ti senti al sicuro.
Perché ho voluto raccontarti questa storia?
Perché uno degli strumenti più potenti che possiamo utilizzare per affrontare i primi giorni (e mesi e anni) in modo consapevole è provare a vedere il mondo dal punto di vista di bambine e bambini.
Come e cosa percepiscono, cosa provano, quali sono i loro bisogni più profondi?
Capire come si sentono ci aiuta a fare scelte che rispettino i loro tempi e i loro bisogni, integrandoli nella nostra vita familiare. E non si tratta di essere perfettə, ma di essere presentə e attentə.
Ogni piccolo gesto (una carezza, una parola dolce, il contatto) contribuisce a costruire il legame tra te e tuə figliə, a fargli sentire che il mondo è un posto sicuro.
Prepararsi con un percorso preparto, avvicinarsi al babywearing, al massaggio infantile o partecipare a incontri di sostegno alla genitorialità può aiutarti a vivere queste esperienze con maggiore consapevolezza e serenità.
Disclaimer
L’intento di questo articolo è aiutare gli adulti ad immedesimarsi nel vissuto di neonate e neonati, ma ogni nascita è unica, così come le emozioni e le sensazioni vissute da bambinə e genitorə.
Il percorso di ogni famiglia è prezioso, unico e valido in tutte le sue forme.
Anche se il primo incontro non è stato come lo si desiderava, c’è sempre la possibilità di recuperare: i legami si costruiscono giorno dopo giorno, attraverso piccoli gesti d’amore, attenzione e cura.
(Autore: Dplay)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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