La Corte d’Appello di Venezia martedì 1 giugno ha riconosciuto la responsabilità di Luca Leiballi nell’aver provocato, guidando sotto l’effetto della cocaina e con la patente revocata, l’incidente costato la vita a Ferrante Battistin, ma gli concede uno sconto di pena.
Così la condanna a 6 anni di reclusione è stata rideterminata in 4 anni e 10 mesi.
Una sentenza, emessa dai giudizi veneziani, che ha provocato un nuovo dolore per Vittoriana Nardi, la moglie del 52enne di Valdobbiadene rimasto ucciso nell’incidente stradale del 23 maggio 2017. I giudici di secondo grado hanno confermato solo in parte la sentenza del Gup del tribunale di Treviso, emessa nel 2019 con rito abbreviato dopo che era stata respinta la richiesta di patteggiamento.
Hanno infatti confermato la responsabilità penale dell’imprenditore, accusato di omicidio stradale aggravato. Così come ha confermato le disposizioni in merito al risarcimento danni da assegnare ai famigliari di Battistin, che si sono costituiti parte civile (una provvisionale di 200 mila euro e risarcimento da stabilirsi in sede civile).
Ma la pena è stata comunque ridotta. Una rideterminazione resa possibile dal concordato in appello, ossia l’accordo tra la Procura generale e la difesa dell’imputato. Il terribile schianto nel quale era rimasto ucciso Battistin si era verificato lungo la provinciale 34 a Sernaglia della Battaglia.
Secondo quanto ricostruito Leiballi, alla guida del suo camion frigo Iveco 35, arrivando da Pieve di Soligo, avrebbe improvvisamente perso il controllo del mezzo finendo sull’altra corsia nel momento in cui, stava arrivando il camioncino Iveco 95 con a bordo Battistin e il collega Gianni Tormena, 45 anni dipendenti della ditta Vanin Movimento Terra di Valdobbiadene. Lo schianto frontale non aveva lasciato scampo a Battistin, morto sul colpo. Ferito in modo grave invece il collega e lo stesso Leiballi.
Un incidente la cui responsabilità, secondo l’accusa, è dell’imprenditore che si era messo al volante “in stato di alterazione per l’uso di sostanze stupefacenti”, come confermato dagli esami del sangue, positivi per cocaina e oppiacei.
Non solo, quella mattina, così come nei mesi precedenti, Leiballi non avrebbe potuto guidare. La patente di guida gli era, infatti, stata revocata nel dicembre 2016, dalla prefettura di Belluno.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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