ll Comune di Susegana recederà il 50% delle proprie partecipazioni in Asco Holding, la società che possiede il Gruppo Ascopiave, il colosso del gas a controllo pubblico con sede a Pieve di Soligo.
La decisione è stata ufficializzata durante il consiglio comunale di ieri sera, mercoledì 1° agosto (nella foto, durante l’approvazione), dopo un intenso dibattito che ha visto maggioranza e opposizione impegnate in un confronto serrato.
Lo scorso lunedì 23 luglio l’assemblea dei soci di Asco Holding ha deciso con il 54% dei voti il cambio dello statuto, con la possibilità per i soci che lo volessero di recedere entro quindici giorni dall’approvazione.
Questa opzione è stata pensata per consentire ai soci privati entrati in società due anni fa di uscire ed essere liquidati, ricomponendo così il controllo pubblico totale sul Gruppo Ascopiave, ma ora intende avvalersene anche il Comune di Susegana, che incasserebbe circa 5 milioni e 800 mila euro dall’operazione.
Cosa succederà in seguito dipenderà dalle decisioni degli altri municipi, ma se la percentuale di recesso dovesse rimanere entro il 38% non dovrebbero sorgere problemi nella liquidazione, altrimenti si apriranno scenari differenti, tutti da verificare.
Il Gruppo Ascopiave è di fatto controllato dalla Lega, che schiera il maggior numero di sindaci nel consiglio d’amministrazione di Asco Holding, ma da due anni si trova ad affrontare una crisi nella governance del gruppo dovuta alla riforma della pubblica amministrazione e al timore di una scalata da parte dei privati.
L’insofferenza per questa situazione di incertezza cresce sempre di più, tanto che nove Comuni hanno persino citato in giudizio il consiglio d’amministrazione di Asco Holding per aver recato danno alla società.
Su Asco Holding, inoltre, ha puntato gli occhi anche il fondo F2i, che ha inviato una lettera ai sindaci proponendo di acquistare le quote ad un prezzo superiore ai 3,75 euro previsti dal recesso.
“Asco Holding sta vivendo il suo momento peggiore: al suo interno non è mai stato così diviso, manca un quadro completo della situazione e, soprattutto, un piano industriale. E’ evidente la mancanza di governance e noi, come amministratori pubblici, non possiamo essere chiamati a compiere delle scelte che competono alla finanza, quando il nostro compito è fornire servizi ai cittadini”, ha motivato il consigliere con delega al bilancio Matteo Foltran, che negli ultimi anni ha seguito le vicende della società energetica per conto del Comune.
“Per noi Ascopiave è molto importante – ha proseguito Foltran – Per questo abbiamo deciso di cedere metà delle quote: perché vogliamo continuare a fidarci, ma dobbiamo anche tutelarci riducendo l’esposizione al rischio del Comune che amministriamo”.
Da parte dell’opposizione è stata lamentata una mancanza di informazioni sulla vicenda e, in particolare, sulla decisione di vendere, scoperta poco prima del consiglio di ieri.
“Abbiamo tentato di avere più informazioni – ha dichiarato il consigliere Maurizio Trentin – Ci siamo sentiti dire che volevate confrontarvi, ma che c’era necessità di approfondimento: poi ci siamo trovati con una proposta di delibera di vendita. E’ chiaro che se non ce ne parlate prima non possiamo confrontarci”.
“Non siamo contenti di essere qui a discutere, perché è sintomo che c’è qualcosa che non va – ha replicato il sindaco Vincenza Scarpa – Vorremmo certezze dalla società: troppe cose continuiamo a scoprirle anche noi dai giornali e c’è poco da spiegare, perché nessuno sta capendo dove stiamo andando. Ma se siete in grado darci dei motivi validi per non vendere, siamo pronti ad ascoltarvi”.
“Accolgo il suo intervento e comprendo lo spirito che lo anima – ha risposto il consigliere d’opposizione Andrea Zuccolotto – Lo stesso che ha guidato coloro che hanno intrapreso la strada della metanizzazione del nostro territorio a partire dal Bim Piave. Una scelta che allora attirò molte critiche, ma loro non se ne curarono. Per questo è importante restare ora, proprio perché c’è bisogno di tenere la barra dritta per superare queste difficoltà”.
“Ascopiave è un patrimonio importante e va mantenuto – ha poi aggiunto il capogruppo di Susegana Libera, Gianni De Stefani – Due anni fa in campagna elettorale avevate promesso ai cittadini che ogni eventuale cessione di quote sarebbe stata discussa con i cittadini e ora vi rimangiate questa promessa. Questa soluzione non è ne carne ne pesce ed è evidente che non avete la forza di fare scelte coraggiose”.
“Fabbri aveva un progetto, per questo ha potuto fare spallucce, cosa che invece manca del tutto in Ascopiave – ha ribattuto la prima cittadina – Non abbiamo infranto nessuna promessa, la situazione però è cambiata: in questo momento non ci sentiamo sicuri e dobbiamo tutelare gli interessi dei nostri cittadini”.
Infine, durante la serata è arrivata anche la risposta all’intervento di Susegana libera che ha preceduto il consiglio comunale, nel quale si sosteneva che la vendita delle quote Asco potesse essere un modo di ripianare alcuni buchi del bilancio comunale.
“Il prestito obbligazionario che andremo a chiudere è stato contratto nel 2005 per chiudere dei prestiti molto onerosi e ha permesso di risparmiare oltre un milione di euro – ha spiegato Matteo Foltran ai consiglieri di minoranza – Trasformare un asset in opere pubbliche o riduzione di debito è segno di attenzione e buona gestione dell’ente e trovo assurda la vostra posizione contraria”.
“Non abbiamo problemi di bilancio”, è stata la chiosa del sindaco Scarpa, a ribadire di nuovo come la scelta di vendere nasca unicamente dalla sfiducia del Comune suseganese nei confronti di chi amministra attualmente il Gruppo Ascopiave.
(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
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