Ha preso il via questa mattina la 1^ edizione di Co(u)ltura, il festival della letteratura del vino promosso dal Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. Oggi e domani il castello di San Salvatore a Susegana ospiterà la due giorni dedicata al connubio fra vino e letteratura, un legame che si perde nella notte dei tempi e che sarà il punto centrale dei vari incontri e workshop che scandiranno la giornata fino alle 21.
A margine degli appuntamenti che vedranno il coinvolgimento di ospiti di fama nazionale e internazionale, sarà il Prosecco Docg a farla da padrona fra degustazioni e banchi d’assaggio dove una trentina di produttori del Consorzio presenteranno le nuove annate.
10.00 – Inaugurazione
Alle evento inaugurale di Co(u)ltura, alle 10 in sala Rambaldo VIII è toccato alla principessa Isabella di Collalto aprire le danze dando il benvenuto agli ospiti, in qualità di “padrona di casa”. Per l’occasione il presidente Zaia, assente per altri impegni istituzionali, ha inviato un messaggio rivolgendo “un plauso e un ringraziamento agli organizzatori del Festival”. Sono intervenuti successivamente la presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiandene Elvira Bortolomiol, la senatrice Marina Marchetto Aliprandi, in rappresentanza del Ministero dell’Agricoltura, e la presidente dell’Associazione per il Patrimonio Unesco delle Colline del Prosecco Marina Montedoro.
L’annuncio della presidente Montedoro: nascerà “Una Collina di Libri”
Quest’ultima in anteprima ha annunciato un’importante novità, ovvero la nascita di “Una Collina di libri”, corrispettivo della fortunata rassegna letteraria “Una Montagna di libri” che al posto delle Dolomiti avrà come sfondo le Colline di Conegliano Valdobbiadene. “L’idea, condivisa con il presidente Zaia, è ancora in fase progettuale – ha dichiarato Montedoro – ma posso dire che la rassegna avrà il medesimo direttore artistico di ‘Una montagna di Libri’ ovvero Francesco Chiamulera. Da parte della Regione e dell’Associazione per le Colline c’è una forte volontà di portare un evento di portata nazionale e internazionale nel territorio Unesco”.
11.00 – Presentato “Trame di vite”, la raccolta di racconti dei finalisti del Premio Campiello Giovani 2022 ispirati alle Colline
Davide Piol del Comitato di Gestione del Premio Campiello ha introdotto il primo vero appuntamento del Festival. I giovani finalisti della scorsa edizione del prestigioso premio, in dialogo con il critico letterario Antonio D’Orrico, hanno presentato il volume “Trame di vite”, una raccolta dei loro racconti ispirati al paesaggio delle Colline di Conegliano Valdobbiadene che i ragazzi, a settembre scorso, hanno avuto modo di visitare durante un viaggio di tre giorni.
“Nel mio racconto – spiega il vincitore del Campiello Giovani 2022 Antonio Varsalona – ho lavorato su quella che chiamo ‘mania ostinata’ dei viticoltori di queste zone, ovvero la cura quasi maniacale che dedicano alle rive. I tre giorni a settembre sono stati bellissimi: un’esperienza a 360 gradi alla scoperta dei grandi autori locali, come Zanzotto, e dei luoghi salienti che distinguono le Colline. Come tradurre il fascino del paesaggio a parole? Mi sono affidato ad una commistione fra linguaggio aulico e il dialetto”.
12.00 – La lectio sulla comunicazione del vino e la masterclass con Antonio Paolini
Nella sala Biblioteca il professor Tito Vagni ha tenuto una lectio magistralis di due ore intitolata “Consumi e società: come cambia la comunicazione del vino”. La sala per l’occasione è stata allestita con manifesti pubblicitari legati al mondo del bere provenienti dal Museo nazionale Collezione Salce di Treviso.
In contemporanea si è svolta anche la Masterclass “Sulle vie di Zanzotto. Un calice di Conegliano Valdobbiadene Docg per ogni cartolina del poeta con Antonio Paolini, giornalista e critico enologico, che ha condotto una degustazione guidata.
Nel frattempo i banchi di assaggio allestiti al piano nobile del castello si sono popolati di curiosi che nel corso delle due giornate potranno gustare i grand Cru del territorio delle Colline di Conegliano Valdobbiadene.
Il direttore artistico del festival Alessandro Torcoli: “l’evento è un cocktail culturale interessante e raffinato”
È presto per fare bilanci, ma può definisti “soddisfatto” fino ad ora dello svolgimento del festival il direttore artistico di Co(u)ltura, nonché direttore della rivista “Civiltà del bere” Alessandro Torcoli.
“Ho notato molta vivacità e un sentimento generale positivo fra il pubblico – commenta – . Il tema vino e letteratura è molto vasto: per declinarlo abbiamo cavalcato la fantasia coniugandola con una ricerca di relatori degni di una première. Come farebbe un barman, abbiamo cercato prima di tutto degli ingredienti buoni, che si armonizzassero assieme. In questi due giorni andiamo a shakerare il tutto con l’obiettivo di dare vita ad un cocktail culturale interessante e raffinato”.
14.30 – “Contro i pregiudizi ci vuole Scienza” con il professor Attilio Scienza
Entra nel vivo Co(u)ltura: dopo i giovani finalisti del Campiello 2022, l’incontro con l’autore pomeridiano vede protagonisti il giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro e Attilio Scienza, professore di Viticoltura all’Università di Milano, grande esperto di vitigni antichi che nei propri studi intreccia la storia dei popoli con quella del vino. Al centro del talk gli ultimi due libri del professore e autore: “Wine and prejudice” e “La stirpe del vino”.
Scienza affronta lo studio della vite con un approccio innovativo che unisce genetica e antropologia: “La storia del vino è imprescindibile dallo studio dell’uomo e dei suoi spostamenti nei millenni”. La vite, spiega il professore, è una pianta mediterranea dalle molte forme spontanee. “La vite selvatica per sua natura è una pianta rampicante – racconta – . Le prime viti in termini di origine provengono da un genere tropicale (Cissus) che assomiglia ad un cactus, al cui centro si colloca un grappolo, molto simile a quello che vediamo pendere dalle nostre viti”.
Dall’origine della vite, Scienza indaga come i vitigni fondatori (otto) si siano adattati alle condizioni climatiche nelle diverse aree geologiche (dalla Pangea alla spinta del continente africano su quello asiatico) e di conseguenza all’impatto dei fenomeni tettonici, per poi evolversi di pari passo ai movimenti dell’uomo.
“La grande varietà dei vitigni nel Nord Italia? Si lega proprio al fatto che la pianura padana, ancora prima di chiamarsi così, fosse un crocevia di rotte migratorie da sud a nord, da est a ovest”.
15.30 – “160 specie di piante in un calice di Cartizze”: la masterclass con Antonio Paolini e Diego Ivan
Prosegue il festival che a metà pomeriggio si cala perfettamente nell’atmosfera del castello di San Salvatore. Il giardino è un luogo di relax e socialità fra un incontro e una masterclass, mentre la terrazza, affacciata sui vigneti, si presta alla degustazione di prodotti di aziende agricole locali, il tutto accompagnato da un leggero ma incalzante dj set, che prepara ad una serata “frizzante”, a tutti gli effetti.
Dopo il talk con il professor Scienza, che ha incantato la platea con la sua profonda e vasta conoscenza della storia della vite, è la volta del giornalista Antonio Paolini che affiancato da Diego Ivan ha tenuto una degustazione originale di Cartizze, fiore all’occhiello della Denominazione che in un calice può racchiudere anche 160 sfumature di sapore e colore.
Ad ispirare la degustazione è il libro “Herbarium” che, un sorso dopo l’altro, dona nuove chiavi di lettura “botaniche” di un prodotto d’eccellenza che tuttavia, spiega Paolini, “non sempre viene proposto correttamente nei ristoranti”. C’è dunque ancora molto da scoprire sul Cartizze e le sua tante anime.
16.30 – Come sta il vino? DoctorWine ha la risposta
Proseguono gli incontri con gli autori. Sala Rambaldo VIII torna a fare da cornice ad un altro talk dedicato al mondo enologico, sempre con un occhio di riguardo all’attualità. Roberto Fiori, giornalista della Stampa dialoga con Daniele Cernilli, meglio noto come DoctorWine, da cui il nome della nota rivista on line di settore.
Durante il talk Fiori ha lanciato una piccola provocazione incalzando Cernilli sul tema della “decrescita felice”, che si traduce nel produrre meno e meglio. Per Doctor Wine è errato considerarla una “tendenza” moderna. “Questa decrescita – spiega – in realtà è già avvenuta e lo dimostra il fatto che negli anni Settanta producevamo e bevevamo il doppio rispetto a oggi. Una volta si beveva molto nelle case, e perlopiù vino contadino autoprodotto e di scarsa qualità. Oggi si beve meno e meglio: anche il vino dall’etichetta meno blasonata possiede standard di qualità e di piacevolezza incomparabili rispetto ad un tempo”.
Il mondo enologico dunque vive una fase positiva, caratterizzata anche da consumatori sempre più attenti. La sfida? “Sta nella comunicazione del prodotto, al di là dei soliti standard organolettici divenuti talvolta luogo comune. Il vino va contestualizzato, il suo racconto viaggia di pari passo con quello del luogo in cui è stato prodotto e delle persone che lo hanno prodotto: bisogna anche spiegare – prosegue – come va bevuto quel vino e con cosa va abbinato“.
L’autorevolezza per Cernielli è un altro punto fondamentale per comunicare il vino in modo efficace in un mondo in cui il consumatore è bombardato di informazioni dove il rischio di cadere nell’approssimazione è dietro l’angolo.
17.30 – “Là dove si coltiva la vite” con il direttore del Consorzio Diego Tomasi
Verso sera il giornalista Antonio Paolini e il direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Diego Tomasi tengono una masterclass dal titolo “Là dove si coltiva la vite tra paesaggi e storie scritte in queste colline” accompagnata da una degustazione a prova di intenditore.
18.30 – Apollineo e Dionisiaco: il vino tra piacere e ragione
L’ultimo incontro con l’autore della giornata vede protagonisti il direttore artistico del Festival Alessandro Torcoli e Luigi Moio.
l professor Moio, docente dell’università Federico II di Napoli, da oltre trent’anni studioso degli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici dell’aroma del vino, ha guidato il pubblico del castello di Susegana in un viaggio sorprendente alla scoperta del mondo olfattivo “tra piacere e ragione”, legandosi alle pagine del suo libro “Il respiro del vino” . “L’olfatto racconta – è un senso trascurato: per apprezzare un profumo serve attenzione, una merce rara al giorno d’oggi in cui si vive in modo estremamente veloce. Bisogna riscoprire questo senso, fondamentale per la conduzione di una vita sana e felice. Il vino, sotto questo aspetto, ha avuto un grande merito nel farci riscoprire questo prezioso senso. Quale altro prodotto ci porta istintivamente ad avvicinare il naso al calice per respirare gli aromi sprigionati dal suo contenuto?”.
21.00 – In conclusione lo spettacolo di video mapping
Per coronare la giornata la corte del castello San Salvatore dalle 21 è diventata un teatro di musica e immagini proiettate sulle antiche pareti dell’edificio grazie alla tecnica del video mapping. Lo spettacolo suggestivo delinea attraverso le immagini la storia del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.
Si conclude così la prima delle due giornate del festival della letteratura del vino che domani, domenica, proseguirà dalle 11 con un incontro dal titolo “Wine Wars: i movimenti globali del vino” assieme alla giornalista e critica Susan Gordon in dialogo con Mike Veseth, alias The Wine Economist.
(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it