A Susegana l’incontro “Dal degrado alla bellezza”, scenari di sviluppo urbanistico e della viabilità

In un periodo dove l’attenzione al territorio pare essere il pensiero prioritario, uno sguardo particolare è rivolto anche verso i nuovi potenziali scenari della viabilità e delle attività urbanistiche ed edilizie del territorio. Un tema che è stato al centro di un incontro (nella foto)  tenutosi a Susegana lo scorso mercoledì 21 febbraio, organizzato dall’Intesa Programmatica d’Area (Ipa) “Terre Alte della Marca Trevigiana”, presieduta dal sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan.

La questione è stata analizzata da molteplici punti di vista, tramite una ricostruzione del possibile scenario dei prossimi anni: ne è emersa l’esigenza di riordinare lo sviluppo viabilistico del tessuto territoriale, avviando una vera e propria riprogrammazione di tipo industriale.

In relazione ad uno studio presentato da Sergio Maset – curatore dello studio di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – e relativo all’impatto della nuova superstrada nel territorio della pedemontana, è emerso come modifiche in fatto di viabilità comportano irrimediabilmente una riprogettazione del tessuto urbanistico circostante, anche a causa della presenza sul territorio di un certo numero di immobili di destinazione produttiva di dimensioni non adeguate e dismessi.

In termini di promozione dello sviluppo del patrimonio edilizio, pertanto, anche la Regione Veneto avrebbe messo a disposizione degli strumenti particolari, volti alla promozione del concetto di recupero e riqualificazione del patrimonio degradato, tramite bandi di cofinanziamento per la demolizione di strutture dismesse, al fine di promuovere un concetto di pulizia del territorio.

Ciò consentirebbe il contenimento di consumo del suolo e la promozione della qualità architettonica e paesaggistica. Il riuso di questi immobili vedrebbe una sperimentazione temporanea pari a un intervallo di tempo compreso tra i 3 e i 5 anni, tramite una convenzione stipulata tra Regione e il Comune interessato: San Dona di Piave è stata al momento la prima realtà amministrativa a usufruire di tale opportunità.

Ma esempi di immobili che potrebbero ricevere nuova vita sono disseminati in tutto il Veneto e come ha sottolineato Federico Della Puppa, docente dell’Università Iuav di Venezia, “il concetto di bellezza manca di condivisione e tutto il processo è burocratizzato”. Si tratta, quindi, come ha fatto notare Della Puppa, di “pensare a cosa dovrà essere il territorio tra 30 anni”.

Un’esigenza primaria dato che, come hanno convenuto i relatori presenti, la presenza di nuovi flussi viabilistici comporterà necessariamente l’arrivo di flussi economici che renderanno importante il contesto che si verrà a creare, anche turisticamente parlando: il Veneto, secondo i dati riportati, è la prima regione d’Italia per numeri di arrivi e di presenze.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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